La presenza delle monete virtuali in un panorama molto complesso di cybercriminalità ha permesso ai truffatori digital una crescita delle scam impressionante
Accedere al mondo delle criptovalute è senza dubbio una interessante opportunità di business. Andando ad analizzare il trend di crescita di questo comporto è subito riscontrabile come, nonostante alcune battute d’arresto, ci sia stata un’inesorabile escalation di questo tipo di economia. Capace di arrivare alla stanza dei bottoni di tutti i governi.
Infatti da un lato troviamo posizioni di chiusura come quella cinese, dove le monete virtuali sono assolutamente bandite, così come le attività di mining. Dall’altro abbiamo invece paesi come El Salvador dove invece sono accettate come parte integrante del sistema economico dello stato. Posizioni intermedie sono presenti sia negli Stati Uniti, dove tuttavia il Bitcoin è caldeggiato, e anche nel vecchio continente.
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Ma cosa rende questo settore così attraente per i criminali che agisco in rete? La risposta è presto data. La profittabilità. Siamo ormai abituati a furti di dati, frodi alle carte di credito, email con link che ti succhiano il conto corrente. Ma la truffa riguardante le monete virtuali ha un beneficio molto superiore. Quando gli hacker colpiscono i wallet digitali fanno danni davvero importanti. A darci un quadro più specifico è lo studio condotto dalla società di analisti Chainalysis, che hanno effettuato uno studio sull’ammontare delle truffe a danno di questo settore.
L’azienda ha infatti elaborato un report molto accurato in grado di stimare con estrema precisione le cifre sottratte illegalmente. Dallo studio emerge ben chiaro quello che è stato il trend degli ultimi anni.
Se nel 2020 avevamo visto un netto calo delle azioni criminali rispetto al 2019, grazie alla drastica riduzione di scam realizzate con lo schema Ponzi, a danno sopratutto dei neofiti del settore, sull’anno in corso invece abbiamo avuto un’importante inversione.
Il 2021 infatti è stato caratterizzato dalla diffusione su larga scala, con capillare diffusione della conoscenza delle cripotovalute. Questo ha causato una fragilità in termini di sicurezza dei dati, e di conseguenza un aumento stimato dell’88% delle frodi.
Tuttavia, volendo tirare le somme e quantificare l’esatto ammontare delle cifre fatte sparire indebitamente, dovremo prima capire che questo settore dell’economia viaggia su importi da capogiro. Andando a mettere insieme i pezzi perduti di questo puzzle formato da micro e macro azioni criminali ci troveremo una voragine pari a 7,7 miliardi di dollari.
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Dunque, l’anello mancante di questo panorama rimane ancora la scarsa consapevolezza dei rischi della rete. Non tenere in considerazione quanto potremmo perdere è inevitabilmente una problematica ben maggiore, che si potrebbe facilmente arginare con un uso più consapevole delle risorse tecnologiche.
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