Mvule Gardens progetta il più grande plesso urbano realizzato con le stampanti 3D

L’utilizzo delle stampanti 3D in architettura trova sempre un’applicazione maggiore, ma questo progetto sembra superare ogni aspettativa

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Il complesso residenziale Mvule Gardens sorgerà in Kenya e rappresenterà un modello sostenibile in risposta alla richiesta di soluzioni abitative – MeteoWeek.com

E’ oggettivo che questo tipo di tecnologia abbia aperto le porte ad un nuovo modo di guardare la modellazione e il processo creativo. Nel settore dei cyber disegnatori si potrebbe addirittura arrivare a pensare che se un oggetto si può modellare, allora si può anche realizzare.

Diversi sono stati i campi di applicazione di questo princicpio. Dalla medicina, alla meccanica. Dalle piccole alle grandi componenti. Ma il motto di ogni vero architetto che si rispetti è uno: dal cucchiaio alla città. Ecco, i progettisti che si sono messi all’opera per la realizzazione di questo complesso urbanistico innovativo, potrebbero essersi basati proprio sul questa particolare massima.

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Il limite non sono però le tavole da disegno. Ne la grandezza del cantiere. Il vero e proprio ostacolo nella realizzazione di grandi progetti realizzati grazie alla stampa 3D sono solo le dimensioni. Tutto ciò però è stato di gran lunga superato quando si è pensato al complesso residenziale di Mvule Gardens, un progetto di 52 unità abitative a Kilifi, in Kenya.

Mvule Gardens e il processo di serializzazione della stampa 3D applicato all’architettura

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L’equipe di progettisti di MASS – MeteoWeek.com

Si deve alla join venture del gigante delle costruzioni Holcim e della 14Tree,in partnership con CDC Group, la possibilità di realizzazione di questo sfidante impegno che permetterà di rispondere in maniera concreta alla domanda legata alla crisi abitativa di molti paesi africani. Interessante considerare come Mvule Gardens sia un’esperienza integrata, nonché parte fondamentale di un ecosistema rigenerativo chiamato Green Heart of Kenya, ovvero un modello per città inclusive e resilienti al clima.

Il know-how che ha permesso ai progettisti di sviluppare delle soluzioni di così larga scala raccoglie l’esperienza della prima scuola in Malawi realizzata con questa tecnologia dove però ci si era scontrati con la problematica delle pareti che non erano in grado di reggere il tetto, composto da una struttura autoportante.

Raccogliendo la preziosa eredità di questa costruttiva esperienza si è deciso di procedere in maniera differente. La soluzione è stata quindi fornita dai progettisti di uno studio statunitense, con sede in Africa, MASS Design Group, acronimo di Model of Architecture Serving Society. Per la primissima volta infatti sarà impiegato il calcestruzzo stampato in 3D per le strutture portanti, un eventualità mai considerata in nessun precedente ma che potrebbe rappresentare la chiave di volta del comparto.

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Il risultato sarà quello di fornire abitazioni accessibili, economicamente sostenibili, e dalla realizzazione stimata in tempi brevi.  I requisiti di questi edifici sono talmente di alto profilo, anche dal punto di vista dell’LCA, da ricevere la rinomato certificazione di progettazione sostenibile IFC-EDGE Advanced.

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