Uber si distacca da Bruxelles: cosa sta succedendo e perché questo addio

Bruxelles, attraverso una sentenza, ha dichiarato che Uber non potrà operare più nella sua città. Per quale ragione?

Uber si distacca da Bruxelles: cosa sta succedendo e perché questo addio
Uber è un servizio di trasporto automobilistico molto utilizzato in generale, e che potrebbe far concorrenza ad altre aziende del settore – MeteoWeek.com

Bruxelles, dopo aver effettuato alcune indagini, ha affermato di aver emanato una legge secondo cui, Uber, non avrà più la facoltà di poter procedere con le sue operazioni in città. In sintesi, è già stata avviata la totale sospensione del servizio pochi giorni fa.

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E questa non è una battaglia legale di poco valore dato che va avanti da ben sei anni, e che pare che si sia conclusa a sfavore dell’azienda dal momento che, Bruxelles, non vuole più che Uber lavori nel suo territorio.

Le varie controversie

Uber si distacca da Bruxelles: cosa sta succedendo e perché questo addio
A causa di molti problemi avuti sia attualmente che in passato, Uber non ha una reputazione d’oro – MeteoWeek.com

Secondo Taxis Vert, cioè la compagnia locale che ha denunciato l’azienda, il servizio non era conforme alla legge in vigore. All’epoca Uber si era ripromessa di rientrare nei limiti di legge, assumendo soltanto autisti in possesso di licenza professionale VVB. Ma nonostante questo, la vicenda è andata avanti e non si è fermata per nulla.

Laurent Slits, il CEO di Uber, ha voluto esprimersi sull’argomento dicendo che:
Questa sentenza si basa su regolamenti obsoleti che precedono l’arrivo degli smartphone e che il governo ha promesso di riformare per sette anni. Siamo molto preoccupati perché 2000 autisti VVB di Bruxelles perderanno l’opportunità di generare entrate. Esortiamo il governo di Brixelles a riformare rapidamente il settore in modo che i conducenti possano continuare a lavorare e fornire mezzi di sussistenza alle loro famiglie“.

Tuttavia, la compagnia è conosciuta in tutto il mondo per via di alcune situazioni in cui è stata protagonista. Ad esempio Amsterdam ha stabilito che i conducenti del servizio di ride-hailing, rientrano nel contratto collettivo di lavoro dei tassisti olandesi, e dunque hanno diritto agli stessi benefici occupazionali.

In seguito, pure in Germania ha dovuto affrontare alcune problematiche non indifferenti, come quelle di adeguarsi alle pratiche operative delle normative nazionali tedesche, evitando il rischio di un divieto generale e che avrebbe potuto creare grossi guai.

Ma anche in Italia ci sono stati dei dilemmi: Uber era stata momentaneamente sospesa dopo un’accesa battaglia legale con le società di taxi, tant’è che la vicenda si è conclusa soltanto con la disponibilità del servizio Uber Black, e non più di UberPop e UberX.

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Però coloro che protestano sul serio sono gli stessi autisti dell’azienda. Uno di loro, in particolar modo, ci fa sapere la situazione generale: “Più di 2000 conducenti devono mantenere le loro famiglie, pagare l’affitto e i debiti per la loro auto, proprio come tutti gli altri conducenti. Ma a quanto pare siamo illegali. La tecnologia sta avanzando, ma noi continuiamo ad arretrare. Non è normale. Non ho parole per questo“.