Il Pentagono ha creato una nuova task force, la AOIMSG, per portare avanti l’indagine sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati. In particolar modo, indagherà sugli UAP (Unidentified Aerial Phenomena), sigla che ricomprende ogni fenomeno aereo non identificato, anche lo studio sui famosi UFO.
La task force, chiamata Airborne Object Identification and Management Synchronization Group, ha l’onere di portare avanti il lavoro della Unidentified Aerial Phenomena Task Force della Marina degli Stati Uniti. Evidentemente il Pentagono ritiene opportuno procedere con nuovi studi sugli oggetti volanti non identificati.
Studio del fenomeno negli spazi aerei per usi speciali
Lo scopo della nuova unità è quello di rilevare e identificare oggetti o fenomeni aerei all’interno del cosiddetto “spazio aereo per usi speciali” (SUA), uno spazio destinato allo svolgimento di attività militari. Infatti, tali aree sono interdette ai velivoli civili e per transitare è necessario avere un’autorizzazione speciale. L’accesso è ristretto, ovviamente, per ragioni di sicurezza.
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La nascita della nuova task force è stata resa nota poco più di una settimana fa dal Dipartimento della Difesa e dovrà valutare e mitigare eventuali minacce alla sicurezza nazionale, tenendo sempre sotto controllo quei determinati spazi aerei. La notizia di tale unità giunge alcuni mesi dopo la pubblicazione dell’ultimo report della UAPTF che ha evidenziato le criticità del precedente lavoro svolto.
Infatti, non si è riusciti a trovare spiegazioni attendibili e certe ai 144 casi di UAP rilevati. Questa incapacità di raggiungere delle risposte ha comportato la necessità di cambiare il modo di lavorare. Ma, a riguardo, ancora molti aspetti dovranno essere chiariti. Intanto, nelle prossime settimane il Dipartimento della Difesa nominerà il Direttore, indicando anche la gerarchia organizzativa e le risorse di cui potrà disporre.
Le tipologie di UAP riscontrate
Dal report pubblicato emerge che, fino ad ora, la maggior parte degli eventi UAP registrati riguardano oggetti fisici, rilevati da radar, infrarossi, mirini ottici, sistemi di puntamento e dalla stessa osservazione diretta visiva. In particolare, alcuni di loro mostravano condizioni di volo insolite, per esempio sembravano muoversi controvento o eseguivano manovre brusche ad alta velocità senza lasciare segni di propulsione riconoscibili.
In realtà, il report non si esprime su questi 18 casi “atipici”, ma valuta anche l’ipotesi che si tratti di nuove tecnologie in prova usate da Stati nemici. Altro aspetto particolare riguarda il fatto che questi avvistamenti siano avvenuti tutti nei pressi di campi di addestramento o nelle aree di test statunitensi. Nulla esclude che questi dati siano derivati da un errore degli strumenti di rilevazione o da una scorretta interpretazione dei dati.
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Una cosa è certa: per non lasciare spazio ai dubbi il Dipartimento della Difesa ha preferito istituire la nuova task force. In una nota ufficiale ha dichiarato che: “Le incursioni di un qualsiasi oggetto aereo all’interno del SUA pongono problemi per la sicurezza del volo e delle operazioni e possono costituire sfide per la sicurezza nazionale. Il Dipartimento di Giustizia considera le segnalazioni di queste incursioni – di un qualsiasi oggetto aereo, identificato o non identificato – molto seriamente, e indaga su ciascuna di esse”.