Il 5G è in grado di offrire un velocità di connessione davvero rapida, ma allo stesso tempo ha un costo d’attivazione estremamente elevato. Come è possibile, allora, trovare una via d’incontro tra queste due esigenze?
Secondo alcuni operatori europei, tra cui Vodafone tra l’altro, il 5G avrebbe delle spese troppo alte rispetto agli standard sostenibili delle nazioni che ne fanno uso. Le compagnie, infatti, sembra che abbiano qualche difficoltà a gestire queste spese, motivo per cui hanno deciso di entrare in contatto con l’Unione Europea.
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Non tutto è rosa e fiori ovviamente: le aziende fanno grandi sforzi per garantire la propria connessione ad internet, e dare l’accesso al 5G non è semplice come potrebbe sembrare. Oltre a Vodafone, anche Swisscom, Telefonica e Orange hanno inviato una lettera all’UE con una richiesta ben precisa: le società americane devono contribuire allo sviluppo del 5G, in modo tale che i servizi come Netflix, Facebook e YouTube vengano usati più facilmente.
Cosa è stato detto
In un estratto del documento possiamo leggere una parte del manoscritto, e seppur non vengano citati dei nomi precisi, i riferimenti sono abbastanza chiari: “Una grossa e sempre più grande parte del traffico sulla rete viene generato e monetizzato dalle grandi piattaforme tecnologiche, ma richiedono un investimento sulla rete ingente e continuo e una pianificazione da parte del settore delle telecomunicazioni“.
In aggiunta a questo, le compagnie hanno criticato il modello di sviluppo attuale e i costi richiesti dai governi per la cessazione delle frequenze che gli operatori possono usare per la rete 5G. Soltanto in Italia, fino a tre anni fa, diverse società molto conosciute – come TIM o Iliad – hanno dovuto pagare oltre 6,5 miliardi di euro.
È stato chiesto anche che venissero eliminati i costi per le chiamate internazionali fra i paesi membri. In questo modo “rimuoverà 2 miliardi di euro dal settore nel giro di quattro anni, che equivale al 2,5% della capacità di investimento annuale del settore nella infrastruttura mobile“.
Ma quali sono le aziende che, in totale, hanno firmato la lettera? Parliamo degli amministratori delegati di Telefonia, Orange, KPN, BT Group, Telekom Austria, Vivacom, Proximus, Telenor, Altice Portugal, Telia Companya, Deutsche Telekom, Swisscom e Vodafone.
La storia sicuramente andrà avanti per un po’, quindi aspettiamoci ulteriori novità in merito e vediamo come finirà la vicenda. Le spese sono troppo alti per poter essere mantenute, dunque è chiaro che, l’Europa, dovrà fare qualcosa per accontentare queste grandi società.
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Non sappiamo come mai non abbiano aderito pure altre compagnie con una certa fama, però è probabile che non si siano messe in mezzo poiché non basano parte del loro business sulla copertura in 5G.