Sembrava che il problema dei Green Pass falsi fosse terminato, invece eccolo che ritorna più disastroso di prima. La vendita illecita e continua pare che non abbia una fine, ma come mai?
Grazie alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, si è scoperto che alcune persone vendevano dei Green Pass falsi, perfettamente funzionanti, sulle chat di Telegram. La truffa ai danni dello stato non era poco, visto che, con 100 euro, era possibile ottenerne uno valido e ottimale.
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Era stata talmente organizzato il piano che, a momenti, sembrava davvero impossibile che qualcuno lo scoprisse. Gli autori che si occupavano di queste malefatte chiedevano semplicemente alcuni documenti, come la carta d’identità o la tessera sanitaria.
In cosa consistevano gli inganni
Queste truffe si sono rivelate essere davvero pericolose, soprattutto se rivolte contro lo Stato. Molte persone pare che avessero deciso di acquistarli in vista del fatto che non volessero vaccinarsi, di conseguenza l’unico modo che avevano per ottenere il Green Pass sarebbe stato quello di comprarlo illegalmente su Telegram. E molti ci sono riusciti, o almeno prima dell’intervento della Polizia Postale.
L’operazione è stata coordinata dalla procura di Milano, la quale ha portato a termine una serie di perquisizioni e sequestri. Al momento, però, sono soltanto quattro gli indagati che avrebbero ammesso di essere i responsabili del crimine compiuto.
Tuttavia, è probabile che ci siano molti altri truffatori dietro questo gruppo. In ogni caso, la polizia ha recuperato alcuni documenti di identità e tessere sanitarie di decine di clienti diversi, aumentati considerevolmente giorno dopo giorno. Oltretutto, le perquisizioni eseguite hanno portato alla luce delle informazioni interessanti: i cittadini che avevano richiesto il Green Pass sembra che fossero residenti in Veneto, Liguria, Puglia e Sicilia. Ma in che modo riuscivano a convincerli a comprarli in diverse regioni italiane?
Gli indagati riferiscono agli agenti che, durante le conversazioni con gli utenti, dichiaravano di poter contare su un falso aiuto del servizio sanitario, garantendo una possibilità di rimborso qualora il Green Pass non avesse funzionato durante l’utilizzo. Come se non fosse sufficiente, delle indagini approfondite hanno portato alla luce altri documenti differenti, referti di tamponi con esito negativo, false recensioni di eventuali acquisti mai fatti e criptovalute, cioè il metodo di pagamento che veniva usato per ottenere i Green Pass falsi.
Ciò che preoccupa è che sono veramente tanti coloro che non solo hanno perso i propri soldi, ma in cambio hanno solamente ottenuto un certificato non valido e che non potrà essere più usato adesso. Comunque sia, dobbiamo sperare di non rivedere mai più delle situazioni simili.
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Tuttavia, finché continueranno ad esserci persone non vaccinate, i truffatori procederanno ad attuare truffe sempre più intelligenti e ben pensate. Quello che dobbiamo fare è, semplicemente, stare alla larga da coloro che vogliono favorire queste procedure illecite per arricchirsi.