Neanche i pacchetti di patatine sono al sicuro. Un hacker, come a dar agio allo voce che il 50% delle imprese italiane è colpita da ransomware, è riuscito ad entrare nel sistema operativo e di sicurezza dell’agenzia San Carlo. Una situazione croccante.
Sembra non esserci fine per gli attacchi hacker alle imprese italiane, specie dopo quello della scorsa settimana alla SIAE, che si sta ancora leccando le ferite.L’ultima vittima è molto saporita, sempre presente alle feste di compleanno e, in caso di cibo spazzatura accessibile in casa (non come da noi, dove ce le sogniamo..) è il famosissimo gruppo alimentare San Carlo-Unichips, preso di mira da un hacker, ma nei giorni scorsi anche Artsana Group è finita sotto attacco informatico, passando però in sordina. Non sappiamo voi, ma noi solo a guardare la foto stiamo sbavando sulla tastiera. Menmale che c’è il copri tasti.
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“In Italia il 50% delle aziende è a rischio ransomware”, spiega Marco Ramilli, fondatore e Ceo della società di sicurezza Yoroi. Ci fa sapere che per la San Carlo ad agire è stato il ransomware che risponde al nome di Conti. Per come è stato creato, come tutti i malware di questo tipo, è in grado di limitare l’accesso del sistema infettato, ergo non si può entrare nel sistema neanche se lo si possiede, e prende in considerazione lo sblocco solo dopo il pagamento di un riscatto richiesto dallo stesso hacker.
“Sono state immediatamente attivate tutte le procedure di sicurezza per isolare e contenere la minaccia . Al momento alcuni servizi informatici sono solo parzialmente funzionanti, ma l’operatività del Gruppo è comunque garantita, dalla produzione, alla distribuzione, alla vendita dei nostri prodotti. Nel caso di Artsana, a cui fanno capo noti marchi di prodotti sanitari e per l’infanzia tra cui Chicco e PreNatal, l’attacco – spiega la stessa società – “ha provocato una temporanea indisponibilità di parte della propria infrastruttura tecnologica. Il Gruppo ha prontamente attivato un insieme strutturato di attività volte ad accertarne le cause e a ripristinare al più presto la normale operatività dei sistemi in uso, ha informato le autorità competenti e sta mettendo in atto tutte le azioni necessarie per risolvere la situazione”. (fonte: ANSA)
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Al momento però informano che “non ci sono evidenze relative a un’esportazione di dati”.”Nel corso dell’anno l’Italia è stata colpita da un’epidemia di ransomware – spiega Marco Ramilli di Yoroi – Abbiamo analizzato 80 grandi imprese italiane nel settore alimentare, della moda, delle automobili e scoperto che il 50% è a rischio ransomware a causa delle esposizioni su Internet dei loro sistemi Secondo diverse stime i danni di questi attacchi sono stati di decine di milioni di euro”. (fonte: ANSA)