I giudici del tribunale di Milano hanno emesso una sentenza che da ragione al Movimento dei consumatori uniti in una forte class action
La battaglia legale che vede come protagonisti le aziende di telefonia, i consumatori e l”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) ha raggiunto un’altro punto saliente. Secondo quanto stabilito dai giudici del tribunale di Milano infatti, Tim è stata condannata a risarcire i propri clienti. E questo a causa di un comportamento commerciale scorretto. Siamo quindi di fronte ad una replica di quanto imputato anche a WindTre nei mesi precedenti.
Il caso è alquanto singolare. Un vicenda tutta italiana che ci viene raccontata dai portavoce dell’unione dei consumatori che si è fatta compatta per contrastare una scelta unilaterale non conforme. E’ attraverso le parole dei legali di Movimento Consumatori, Paolo Fiorio e Corrado Pinna, che si delinea quanto stabilito. La magistratura di fatto condannato la periodicità adottata da TIM, considerandola lesiva dei diritti e gli interessi collettivi dei consumatori.
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Il segretario generale del Movimento dei consumatori, Alessandro Mostaccio, ci ha tenuto a sottolineare la soddisfazione del risultato raggiunto, frutto del lavoro sinergico portato avanti con la collaborazione di AGCOM. L’associazione tuttavia non intende abbandonare la presa dopo aver conseguito questo traguardo. E si impegna a far sapere che continuerà a monitorare con attenzione l’operato di Tim nel ripristinare i diritti dei suoi attuali ed ex clienti che sono stati soggetti ad accordi capestro nel periodo tra 1° aprile 2017 – 5 aprile 2018.
Il caso della fatturazione a 28 giorni e perché questa non è legale in Italia
La vicenda risale al 2017. I providers di telefonia si uniscono in una decisione unanime che porterebbe a cambiare il periodo di fatturazione. Dal regolare pagamento con cadenza mensile si è passati a quello a 28 giorni. L’AGCOM sanzionò immediatamente questo comportamento considerato illegittimo attraverso la delibera n. 121/17/CONS con la quale era fatto espresso divieto di adozione della cadenza ogni quattro settimane.
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Di fatto la sentenza dei giudici milanesi porta ad una palese vittoria. La Tim dovrà quindi riconoscere un rimborso ai propri clienti. Quello che però non è andato esattamente come desiderato dalla controparte è stato proprio il meccanismo con il quale questi verranno riconosciuti. Difatti, diversamente da quanto previsto in una vecchia delibera dell’AGCOM, l’immissione non sarà diretta. Saranno i clienti a farne esplicita richiesta all’azienda che sarà tenuta a corrispondere gli importi entro un periodo massimo fissato a 30 giorni.
Tuttavia la vicenda non finisce qui. Dovranno sicuramente ancora essere ancora quantificati il numero di clienti che avrà un accesso reale a questo tesoretto, riuscendo quindi a richiedere all’azienda gli importi dovuti, nei tempi stabiliti affinché l’episodio si chiuda definitivamente.