Anche se i palloni aerostatici di Google non hanno funzionato, si è deciso di dare la possibilità ad altre aziende di sfruttarli in modo tale da non lasciare il progetto totalmente inutilizzato.
Dopo anni di ricerca e sviluppo, Google Alphabet ha abbandonato definitivamente il progetto dei palloni aerostatici proprio questo anno. Ci è giunta la notizia nelle scorse ore, in cui la società ha rilasciato delle dichiarazioni sul lavoro svolto e sulle risorse che il team aveva accumulato per poterlo portare avanti.
Da questo annuncio, però, sono emerse anche delle notizie interessanti: Google ha messo in chiaro che alcuni brevetti registrati dalla divisione saranno venduti oppure ceduti a partner commerciali strategici. C’è anche la possibilità che vengano regalati, come anche i dati sui voli open-source.
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Una news sconvolgente e che non pensavamo di sentire proprio da una azienda grande come Google. È evidente, però, che i suoi target siano altri e che non abbia intenzione di investire ulteriormente su un progetto che non ha intenzione di completare. Donare la possibilità ad altri di farlo al posto suo, in effetti, potrebbe permettere al progetto di evolversi per raggiungere uno stadio conclusivo, e forse pure qualcosa di inaspettato probabilmente.
L’evoluzione del programma
Nello specifico una azienda giapponese, chiamata SoftBank, ha approfittato dell’opportunità e ha preso con se diversi brevetti per protocolli di comunicazione. Lo scopo è di implementarli nel progetto HAPS, acronimo di High Altitude Platoform Stations, che invece di usare i palloni aerostatici si concentra sugli alianti. Comunque non è una società nuova per Google.
Infatti, SoftBank aveva investito 125 milioni di dollari in Loon nel 2019, e per un periodo le aziende avevano avuto modo di lavorare fondando la HAPS Alliance. Ambedue credevano nello stesso progetto da tempo, con la differenza che Google, quest’anno, ha gettato la spugna e ha passato la palla ad altre società che hanno intenzione di occuparsene sostanzialmente.
Ma non solo: anche la Raven ha ottenuto alcuni brevetti, ed è pure una azienda che aveva collaborato con Loon in passato. Si occupava di fabbricare materiale per i palloni aerostatici, che poi sarebbero stati mandati in quota. Comunque, come già accennato prima, sono stati resi open-source i dati di 70 milioni di km di voli, inclusi rilevamenti GPS e informazioni dei sensori. Sono 270 i brevetti che Google concede alle aziende che vogliono ottenerli, la quale non è più interessata a concludere il progetto.
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In ogni caso Loon ha persino pubblicato un libro su tutta la storia dietro i palloni aerostatici. Si tratta di un PDF di 437 pagine completamente gratis e reperibile ovunque, che permette agli utenti di Google di sapere il percorso di formazione del progetto.