Da una analisi di Nissan, sembra che adesso l’azienda sia in grado di recuperare dei composti di terre rare dai propri motori.
Nissan, casa automobilistica multinazionale giapponese, si sta impegnando per quanto riguarda il riciclaggio delle terre rare. Quest’ultime, a titolo informativo, sono un gruppo di minerali utilizzati principalmente in ambito tecnologico e molto difficili da reperire.
Di conseguenza, l’azienda ha pensato ad un modo per non fare alcun tipo di spreco. Ci sta lavorando dal 2017 con la Waseda University di Tokyo, e si aspetta di poter completare questa procedura nel corso di pochi anni.
Obiettivo e riciclaggio
La collaborazione mira a recuperare i composti di terre rare di elevata purezza dai magneti dei motori elettrici. Infatti, la maggior parte di questi tende ad utilizzare il neodimio e il disprosio, dei minerali non indifferenti da trovare e che impiegano molte risorse per essere presi.
Inoltre anche nel campo ambientale non è una passeggiata: l’inquinamento può aumentare a causa dell’estrazione e della raffinazione. Nissan crede, in merito a ciò, che ridurne l’uso è molto importante perché “il mutevole equilibrio tra domanda e offerta porta a fluttuazioni di prezzo sia per i produttori che per i consumatori“.
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Fino ad adesso la pulizia prevedeva, sostanzialmente, una rimozione manuale per quanto riguarda il riciclo. Abbastanza superficiale e parecchio costoso, oltre che dispendioso a livello di tempo. Difatti, questa iniziativa, ha anche lo scopo di introdurre un nuovo metodo che possa essere più veloce e più economico, ma anche che permetta un riciclaggio migliore.
La procedura
Nel marzo del 2020, grazie a tale processo, non c’è stato bisogno di effettuare i disassemblaggio del motore. Ne ha parlato Nissan tramite un video su YouTube, in cui ne illustra i passaggi. Innanzitutto, come affermano, è necessario aggiungere al motore un materiale cementante e ghisa, che poi viene riscaldato a circa 1.400 C per iniziare successivamente a fondere. Dopodiché, dovrà essere inserito dell’ossido di ferro per ossidare le terre rare nella miscela fusa.
A seguito di questo bisognerà integrare anche una piccola quantità di disossidanti a base di borato, che saranno in grado di sciogliere gli ossidi delle terre rare anche a basse temperature. Così facendo potranno essere recuperati gli elementi rari.
La miscela fusa si separa in due strati liquidi, con l’ossido fuso (scorie) che contiene gli elementi rari che galleggiano in alto, mentre lo strato di lega ferro-carbonio (Fe-C) affonda verso il basso per via della densità maggiormente elevata.
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Con questi passaggi, Nissan è stata in grado di recuperare il 98% delle terre rare consumate, riducendo il tempo di recupero del 50% in base a quanto ne veniva speso originariamente per farlo. Difatti, ritiene che non sia importante smagnetizzare i magneti, rimuoverli o disassemblarli; il suo metodo parla chiaro e risulta molto efficace dal punto di vista funzionale.