Dai laboratori israeliani, lanciato un allarme: attenzione a questi volti artificiali, sono capaci di camuffarsi per altri nel 40% dei casi.
I ricercatori israeliani hanno lanciato un allarme, su un prodotto da loro stessi creato. In primo luogo, hanno idealizzato concretamente e poi selezionato nove volti che riescono ad aggirare facilmente i sistemi di riconoscimento facciale, usati per garantire la sicurezza in tante situazioni: un monito sulla vulnerabilità di questa tecnologia avanzata che promette una sicurezza maggiorata.
LEGGI ANCHE: Credete nei draghi? Nel nostro mare abbiamo ritrovato i resti di uno: la scienza è divisa
Le male lingue sul riconoscimento facciale come massima sicurezza d’allarme
Un sistema di sicurezza efficace al 100% non c’è, se si esclude lo stare nella stessa stanza con quello che c’è da sorvegliare. E anche lì, non si è totalmente certi che non entri nessuno. Si può togliere la porta.
Ma comunque, anche le tecnologie di riconoscimento facciale in realtà sono tutt’altro che affidabili, possono infatti essere aggirate senza troppe difficoltà grazie a dei volti costruiti ad hoc e utilizzati come «lasciapassare». Ma è possibile “copiare” un viso? Sì. A confermarlo è uno studio realizzato da ricercatori di Informatica e di Ingegneria elettrica all’Università di Tel Aviv. I ricercatori hanno creato artificialmente da zero e selezionato nove volti che riescono a sorpassare nel 40% dei casi l’analisi delle tecnologie di riconoscimento facciale fatta su tre diversi dataset.
In parole povere significa che questi nove visi da soli, sarebbero capaci di ingannare sistemi di identificazione biometrica in 4 casi su 10. E questi visi, non esistono in natura. Un risultato che non deve lasciare indifferenti, visto che questi database vengono utilizzati per sviluppare tecnologie in grado di riconoscere i volti anche sulla base di elementi sofisticati del viso (vedi segni particolari). Ma questa ricerca non è nata dal caso, bensì si inserisce in un filone più ampio focalizzato sullo studio di come ingannare tramite i dati biometrici, ad esempio le impronte digitali, per ingannare i sistemi di riconoscimento.
LEGGI ANCHE: Come nella fantascienza, nasce la prima cellula sintetica in grado di replicarsi
Quindi ingannare una AI è possibile ?
Per arrivare a questo risultato, gli studiosi hanno utilizzato l’intelligenza artificiale e il machine learning, per creare questi volti artificiali e successivamente attraverso reti neurali e algoritmi hanno testato il grado di successo nell’ingannare egregiamente i sistemi di riconoscimento facciale. Per questo corso di studi, sono stati creati diversi dataset di volti non reali, fittizi, artificiali, di cui è stata successivamente a tutto, misurata la performance, andando poi a selezionare la schiera di nove volti che avevano ottenuto i risultati migliori. E’ impressionante che siano così tanti.
L’obiettivo futuro di questa tecnologia
Ma questo è solo il primo passaggio che può decisamente migliorare, dato che i volti in futuro potranno anche essere animati e non statici, con la tecnologia deepfake in maniera da renderli sempre più realistici e ingannevoli. L’obiettivo dei ricercatori però non è semplicemente legato allo smascherare le vulnerabilità dei sistemi di riconoscimento facciale, ma mira a mettere le basi per lo sviluppo di tecnologie sempre più sicure e solide, non solo nel campo della sicurezza. Questi visi, potranno aiutare in diversi campi. Ma sui social, creano solo scompiglio.