WhatsApp e Instagram, è shock per le rivelazione delle loro attività

WhatsApp e Instagram scambiano decine di informazioni sensibili con Facebook, già a conoscenza dei nostri dati. In parole povere? Non c’è più privacy.

La trinità firmata Zuckerberg – MeteoWeek.com

Il nostro smartphone ci spia?

Non esattamente. Cioè, è solo un canale.

WhatsApp e Instagram, ovvero le app di messaggistica e di condivisione delle immagini più famose ed utilizzate al mondo, raccolgono una marea di informazioni che poi “girano” a Facebook. Sono loro che tendono a spiarci.

Ma cosa raccolgono?

  • Identificatori del dispositivo
  • versione del sistema operativo, dell’app, ma anche la rete con la quale si effettua la connessione
  • la data di download
  • il numero di chiamate e le funzionalità aggiuntive come la frequenza delle storie.

Sono queste tutte le informazioni che WhatsApp può raccogliere e che può condividere con Facebook, proprietaria dell’applicazione dal febbraio 2014 e scaricata da oltre 2,5 miliardi di persone.

Inutile  quindi scervellarsi su come limitare o chiudere la privacy.

Metto il profilo privato perchè non voglio che escano troppi dati” “non accetto i cookie, sei pazzo?! E’ così che ti spiano”.

Tutto inutile ragazzi. Questa pratica può andar bene per non essere spiati tra utenti ma non quando si tratta di informazioni che vengono acquisite di default, come abbiamo elencato prima: tipologia del dispositivo, versione del sistema operativo ed aggiornamento dell’app, tipologia di rete con la quale si è connessi ad Internet fino al numero di chiamate e le funzionalità legate alle “storie”: tutte queste informazioni WhatsApp può condividerle con Facebook se necessario, da quando Mark Zuckerberg ha comprato sia Instagram che Whatsapp.

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Crittografia end-to-end mica tanto!

Che dati raccolgono le app social? – MeteoWeek.com

L’unico momento di privacy, per così dire vista la situazione, lo abbiamo nel momento in cui scriviamo o mandiamo un audio vocale ad un altro utente: la crittografia end to end, letteralmente da un estremo all’altro, è un sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando possono leggere i messaggi.

Grazie alle conversazioni crittografate la company americana non può entrare in possesso dei contenuti scambiati tra i diversi utenti ma tutti gli altri dati sono a disposizione dell’azienda di Zuckerberg. Tra gli altri dati rilevanti anche il numero di messaggi scambiati e di telefonate intercorse, così come la loro durata e frequenza

In principio, la crittografia evita che terze parti, compresi gli Internet Service Provider e i gestori delle reti di telecomunicazione, possano leggere o alterare i messaggi scambiati tra due persone.

In pratica, agli intermediari non è consentito l’accesso alle chiavi di cifratura, evitando così tentativi di sorveglianza o alterazione dei messaggi scambiati.

La trasparenza dei social media

Parla WhatsApp – MeteoWeek.com

WhatsApp afferma di condividere informazioni con Faceboook quando “è necessario allo scopo di promuovere sicurezza, protezione e integrità“.

Ciò significa che Facebook verificherà se un utente di WhatsApp sta utilizzando altri servizi di come Instagram o Fb stesso.

A un decennio dall’esplosione dei social network, c’è una strategia a cerchio  che sembra aver preso corpo: più l’azienda è grande, più dati avrà raccolto.

Viceversa, più dati ha già raccolto, più conosce il loro valore in termini di profilazione e vendita di spazi pubblicitari, più dati chiederà ai propri utenti.

Comunque l’app di messaggistica afferma di non fornire informazioni personali all’azienda di Zuckerberg per fornire annunci targettizzati.

Un patrimonio di dati molto importante per Facebook, ma senza dubbio inferiore alla moltitudine di dati raccolti dalla stessa company con Instagram.

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E Instagram invece che dati raccoglie?

… E Instagram si difende – MeteoWeek.com

Partiamo subito col dire che Instagram non condivide gli stessi livelli di crittografia di WhatsApp. E già questo, è un punto a sfavore.

I cosiddetti DM, cioè i Direct Message, messaggi privati che arrivano sulle chat tra due o più utenti, possono essere letti da Facebook.

Su Instagram molti hanno i “profili aperti” e non privati, quindi visibili da tutti, compreso dall’azienda di Zuckerberg. Come “ammette” la stessa app, Instagram dichiara di raccogliere tutte le informazioni e i contenuti forniti: ciò significa che quando ci si registra con un account, si creano contenuti, si condivide qualcosa o si parla privatamente con qualcuno, le informazioni saranno sempre salvate e archiviate.

A libera disposizione della company di Menlo Park anche tutti i metadati, come i luoghi dove gli utenti decidono di condividere uno scatto (quindi la registrazione), le date di creazione dei file  (basta andare su Archivio per vedere tutte le stories create, in ordine di data) e le cose riprese dalla fotocamera (Ovvero quando facciamo una foto direttamente con l’app).

L’app raccoglierà anche informazioni su persone, pagine, account, hashtag e gruppi a cui gli utenti son iscritti. E sono processate anche le informazioni di contatto, come la rubrica, il registro delle chiamate o la cronologia degli sms.

E poi, come accade con WhatsApp, vengono salvati i tipi di contenuti visualizzati o con cui si può interagire, con quale frequenza e per quanto tempo oltre alle transazioni (acquisti online) che si fanno.

Ecco perché, spesso e volentieri, su Facebook ed Instagram troviamo pubblicità ad hoc su numerosi prodotti di nostro interesse.

Tutte le transazioni effettuate tramite Instagram verranno registrate. Infine anche se altre persone danno informazioni su uno specifico utente nelle loro conversazioni, anche quelle sono raccolte.

Insomma, in realtà ci accorgiamo, eccome, di come vengono utilizzati i nostri dati e come viene “spiata” la nostra privacy. Non è certo una sorpresa.

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