Immagina, puoi. Sogna ad occhi aperti: vedrai una moto che vola. La fantasia si trasforma in realtà grazie a un team di ingegneri francesi che hanno messo a punto il primo prototipo operativo, la fantascientifica Lazareth LMV 496, nata da un’idea dell’azienda francese, nata nel 1998 e specializzata nella creazione dei prototipi più singolari con sede ad Annecy-le-Vieux, in Alta Savoia.
Questo mezzo a quattro ruote, costruito in cinque esemplari, è omologato per la strada (con patente motociclistica) e permetterà di volare, una volta approvato dalla Direzione Generale dell’Aviazione Civile (DGAC), con patente dell’ULM.
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La LMV 496 è la prima moto volante in grado di guidare 2,3. Il concept, ispirato al primo modello LM847, lo riprende: c’è un DNA comune sul lato del rivestimento e sulla fibbia posteriore made in Italy sui copricerchi in carbonio. Al posto del motore italiano, però, un corpo composito nasconde il serbatoio del kerosene che gli conferisce un’autonomia di circa dieci minuti in volo. La posizione di guida e lo sterzo leggero dell’LMV496 garantiscono una presa immediata. La tecnologia relativa alla frenata si ispira direttamente ai veicoli Lazareth. La produzione delle sospensioni, invece, è stata affidata a TFX Suspension Technology, storico partner di Lazareth.
Solo la Lazareth poteva inventare un bolide del genere: l’azienda transalpina nata sul finire dello scorso millennio (1998) è specializzata nella creazione dei prototipi più singolari in circolazione. La LMV 496 può essere sfruttata in due modi. Su strada è una moto come molte altre, elettrica, con un’autonomia di 62 miglia. Sono le ruote che, girandosi, si trasformano in turbine sprigionando una potenza di 1300 cavalli che permette alla LMV 496 di volare, con una autonomia di 1300 cavalli.
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La moto volante è lunga quasi due metri e mezzo (240 cm), non arriva al metro di larghezza (90 cm, circa). Corpo realizzato in composito di carbonio-kevlar, i paracaduti balistici sono integrati in ogni ruota. L’autonomia annunciata è di circa cento chilometri su strada, e di una decina di minuti in volo, raggiungendo i 60 km/he e i 50 metri di altezza. Il nome della moto si ispira alle turbine che la equipaggiano.
Insomma, paghi uno ma compri due veicoli. Ludovic Lazareth, l’ingegnere che l’ha idea, spiega che la LMV 496 è omologata per la strada. “Ma si può trasformare in un drone”. Ribattezzata dagli inglesi Flying motorcycles, la moto volante è alimentata (su strada) da un motore elettrico in grado di fornire un’autonomia di 60 miglia (100 km). Ha quattro turbine a getto orizzontali, una in ogni angolo che fornisce 1.300 cavalli di spinta, il che significa che la bike è in grado di volare per 10 minuti. Le turbine sono alimentate a kerosene e il motore elettrico non è in uso quando la moto è in fase di volo. Tutte le ruote sono inoltre dotate di paracadute che si aprono rapidamente, in caso di problemi. La LMV 96 può essere controllata con un joystick o un manubrio mentre vola in aria. Il carico massimo supportato è di una tonnellata.
Il sogno di una moto volante è realtà soltanto per cinque acquirenti, tanti i prototipi creati e già venduti. Il numero esiguo può essere spiegato anche dal costo, pari a mezzo milione di dollari!
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