Nonostante le ripercussioni disastrose, per un motivo particolare che ora vi andremo a spiegare, uno scienziato vuole assolutamente svolgere questo esperimento.
Che cosa succederebbe se bombardassimo la Luna? Se facessimo esplodere una bomba atomica sul satellite?
L’ipotesi è stata fatta in base all’utilizzo della bomba termonucleare più potente attualmente esistente sulla Terra,una simil bomba Zar, e lo scenario simulato è letteralmente terrorizzante, sia per le conseguenze sul nostro pianeta che per tutto ciò che orbita attorno alla Terra.
L’effetto disastroso è mostrato in un video del canale scientifico di YouTube Kurzgesagt, che simula uno scenario in cui un enorme dispositivo termonucleare viene fatto esplodere sulla superficie della luna: cosa significherebbe per gli astronauti, i satelliti in orbita, le stazioni spaziali e persino le persone sulla Terra.
L’esperimento andato a male
Ma perchè?
Si tratta di un ordigno da 100 megatoni utilizzato, una sola volta dall’ex Unione Sovietica, nel 1961. Per rendere chiare le dimensioni della bomba, basta paragonarla con quella lanciata su Hiroshima da 16 kilotoni e provocò tra i 70mila e gli 80mila morti.
Dopo quel disastroso tentativo più nessuno ha voluto replicare l’esperimento, che ha incrementato la paura di una possibile “fine del mondo“.
Almeno sulla Terra.
Il contenimento di una esplosione di questo genere è dovuto alla presenza dell’atmosfera terrestre, in grado di diventare una sorta di guscio protettivo, ma cosa potrebbe accadere se si replicasse sulla luna?
LEGGI ANCHE: L’italiano “Mago” dei Lego viene convocato dalla NASA per un progetto incredibile
Perchè l’esperimento sulla Luna avrebbe successo
La mancanza di atmosfera sulla luna, spiega il video linkato nel primo paragrafo dell’articolo, causerebbe diverse differenze.
Non solo non ci sarebbero funghi atomici o onde d’urto che sconvolgono la città, ma chiunque osservasse l’esplosione probabilmente riceverebbe una dose fatale di radiazioni ionizzanti. “Sfortunatamente“, si sente nel video, “non c’è quasi nessuna distanza di sicurezza per un’esplosione nucleare sulla luna”.
Potrebbe apparire una decisione priva di senso, ma in passato le due superpotenze hanno valutato questa possibilità per effettuare sperimentazioni fuori dall’atmosfera.
Perchè?
Per evitare questa pioggia mortale gli Stati Uniti hanno ipotizzato di utilizzare il lato oscuro della luna, quello che non è mai visibile dal nostro pianeta: in questo caso le conseguenze dell’esplosione non sarebbero mai arrivate: per fortuna tutto il progetto fu cancellato, salvandoci dall’ennesima follia umana.
LEGGI ANCHE: Nello spazio con Jeff Bezos: biglietto venduto alla cifra monstre di 28 milioni di dollari
L’esperimento americano
Abbiamo una prova inconfutabile di questi esperimenti, ovvero un documento datato 19 giugno 1959 e intitolato “A Study of Lunar Research Flights” scritto da Leonard Reiffel per l’Air Force Special Weapons Center, il centro di ricerche dell’esercito sulle armi non convenzionali.
A quei tempi, Reiffel lavorava per l’Illinois Institute of Technology, dov’era vicepresidente.
Il report, va detto, era “unclassified”, quindi non classificato e accessibile in teoria a tutti gli interessati.
Si trattava infatti di uno studio di tipo scientifico, come si legge nell’abstract: “Detonazioni nucleari in prossimità della Luna sono considerate in questo report insieme alle informazioni scientifiche che potrebbero essere ottenute da tali esplosioni”.
Cosa si voleva scoprire? È noto che, per analizzare l’interno della Terra, gli scienziati usano le onde sismiche prodotte dai terremoti naturali e, talvolta, quando si effettuavano test nucleari sotterranei, dalle esplosioni atomiche.
Una cosa del genere, ragionavano i fisici, sarebbe stata impiegabile sulla Luna. Prima che gli astronauti delle missioni Apollo potessero installarvi sulla superficie dei sismografi, l’unica soluzione per studiare l’interno del nostro satellite naturale sarebbe stata appunto far detonare delle bombe atomiche su di esso
Perché allora il progetto non fu realizzato?
Secondo Richard Rhodes, nel 1959 gli Stati Uniti non avrebbero avuto ancora le capacità tecnologiche per lanciare una testata atomica sulla Luna. È vero che quell’anno gli americani si erano dotati dei missili balistici intercontinentali, e avevano ormai la capacità di raggiungere l’orbita terrestre, ma non esistevano ancora lanciatori in grado di raggiungere l’orbita lunare. Questa capacità, infatti, sarebbe stata sviluppata solo nella metà degli anni ’60. Probabilmente l’U.S. Air Force doveva averlo capito.
Ma ora? Ora, sarebbe una cosa possibile, e diversi scienziati vorrebbero prendere la palla al balzo.
Speriamo di no.