Un monitoraggio continuo, H24, grazie ai suoi guardiani digitali. La registrazione dei suoni all’interno delle tre oasi. Una sorta di telecamera di sicurezza per scoprire eventuali illegalità a tutela della biodiversità. Sono queste soltanto alcune idee nate dalla tanto importante quanto interessante partnership sviluppata da Huawei e dal WWF.
L’Italia a livello di bellezze naturali non è seconda a nessuna. Un aspetto da salvaguardare, magari anche con la campagna WWF “ReNature Italy”, nata con lo scopo di rigenerare la natura del Belpaese, nell’arco di due lustri, dieci anni. E qui si inserisce Huawei, colosso cinese impegnato nello sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti, di sistemi e di soluzioni di rete e telecomunicazioni, leader globale per la fornitura di soluzioni di Information and Communication Technology.
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Huawei e WWF hanno deciso di collaborare per salvaguardare la biodiversità delle Oasi di Orbetello e Burano in Toscana e di Astroni in Campania, attraverso l’utilizzo della tecnologia. La prima è un laguna costiera della Maremma grossetana, che si estende per circa 27 km², con una profondità media che non supera i due metri. Due, come le parti divise da un ponte artificiale (la diga Leopoldiana) che collega Orbetello al Monte Argentario. A causa dello scarso apporto di acqua dal mare e dell’immissione di scarichi ricchi di nitrati e di sali di potassio provenienti dalle colture agricole la laguna di Orbetello è un ambiente ad alto rischio. Per questo il WWF ha deciso di proteggere la parte della laguna di Ponente, con tanto di riserva naturale.
Huawei, quarantacinque dispositivi e un punto di partenza
Da salvaguardare anche la riserva del Lago di Burano, la prima Oasi gestita dal WWF, sin dal 1980. La riserva copre una superficie di 410 ettari di cui 140 occupati dal lago. Si tratta di un lago salmastro costiero, lungo circa 3 km e separato dal mare da un doppio cordone di dune sabbiose. Idem per la riserva naturale Cratere degli Astroni, situata nei comuni di Pozzuoli e Napoli, istituita dal Ministero per l’Ambiente nel 1987 e gestita dal WWF Italia. Che ha considerato uno dei più grandi crateri che si trovano nella zona dei Campi Flegrei, come importante centro di recupero per la fauna selvatica.
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Ebbene in queste tre zone (per il momento) sono stati istallati dispositivi dotati di sensori e alimentati dall’energia solare, in grado di raccogliere i suoni dell’ambiente circostante e di trasferirli su piattaforme dedicate per analizzarli, grazie all’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Inoltre, il monitoraggio prolungato dei suoni consente anche di effettuare studi sulla biodiversità e sulle specie animali, utili per stimare l’impatto delle attività umane sull’ambiente.
Circa quarantacinque i dispositivi Huawei installati nelle tre Oasi, 10 denominati “Guardiani della Natura”, che registreranno i suoni fino a 3 km2 di distanza. Gli altri 35, gli “Edge Audiomoth”, lavoreranno offline immagazzinando i suoni per ampliare le attuali conoscenze sulla biodiversità.
La collaborazione con il WWF ha permesso di far approdare in Italia il “Nature Guardian Project”, iniziativa che Huawei ha lanciato a livello globale insieme all’organizzazione no-profit Rainforest Connection (RFCx) e che rientra nel suo programma di sostenibilità TECH4ALL.
La partnership è solo un punto di partenza. Si prevede in un prossimo futuro delle iniziative simili, in altre zone protette: Cesine, Valpredina, Valle Averto, Ghirardi, Monte Arcosu, Valtrigona, Capo Rama, Gole del Sagittario e Levadina. WWF e Huawei: l’unione fa la forza.