Cellulari e tumore al cervello: uno studio spiega come prevenirlo e l’uso corretto

Un report controverso, in quanto ha coinvolto l’analisi statistica di 46 diversi studi sull’uso e la salute dei cellulari in tutto il mondo. Un report per certi versi inquietante in un epoca dove smartphone e tablet fanno parte del nostro vivere quotidiano, sia come svago sia in termini lavorativi. Un report comunque che fa riflettere, perché figlio di una indagine da parte di esperti dell’UC Berkeley.

Smartphone e tablet fanno parte del nostro vivere quotidiano - MeteoWeek.com
Smartphone e tablet fanno parte del nostro vivere quotidiano – MeteoWeek.com

L’uso di un cellulare per soli 17 minuti al giorno, per 10 anni, aumenta il rischio di sviluppare tumori fino al 60%. Sic et simpliciter. Il report choc parte da queste basi per sviluppare l’altezza della situazione. 1000 ore sarebbero la deadline entro le quale dovremmo utilizzare il nostro smartphone, per dieci anni. Impensabile, di questi tempi: se questi numeri fosse oggettivi, sul pianeta Terra esisterebbe davvero poca gente oggigiorno.

Tant’è che la Food and Drug Administration (FDA) statunitense nega qualsiasi collegamento, affermando che “non ci sono prove scientifiche coerenti o credibili di problemi di salute causati dall’esposizione all’energia a radiofrequenza emessa dai telefoni cellulari”.

Cellulari, un buon utilizzo metterebbe tutti d’accordo

Cellulari e dispositivi, il 95% delle persone ne ha almeno uno in casa - MeteoWeek.com
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Ma gli esperti di Berkeley hanno esaminato studi precedenti condotti negli Stati Uniti, in Svezia, nel Regno Unito, in Giappone, in Corea del Sud e in Nuova Zelanda per ottenere un quadro generale su quanto incide l’uso dei dispositivi mobili sulla nostra salute. Il tasso di possesso di cellulari è in aumento, su questo non ci sono dubbi, basta uscire per rendersene conto: gli studi evidenziano un aumento dell’87% delle case dove c’è almeno un dispositivo nel 2011, fino ad arrivare a oltre il 95% nel 2020.

Joel Moskowitz, direttore del Center for Family and Community Health con la UC Berkeley School of Public Health, è l’autore di questo controverso report in collaborazione con il National Cancer Center della Corea e la Seoul National University. Ebbene, ha ha affermato che le persone dovrebbero ridurre al minimo il tempo trascorso sui cellulari, cercando di distanziarli quanto più possibile dal proprio corpo, utilizzare perfino un telefono fisso per le chiamate, ove possibile.

“L’uso del cellulare evidenzia una serie di problemi di salute pubblica e purtroppo ha ricevuto poca attenzione nella comunità scientifica negli ultimi periodi”. Un argomento politico altamente sensibile, per dirla alla Joel Moskowitz. Delicato. Con significative ramificazioni economiche che investe un’industria potentissima. Non tutti, comunque, la vedono così. O meglio, non c’è assolutamente un dato oggettivo sull’indagine con a capo Joel Moskowitz.

Sulla falsariga la Food and Drug Administration (FDA) statunitense, anche Michelle Mitchell, amministratore delegato di Cancer Research UK, ha molti dubbi, in quanto la revisione esamina i risultati di precedenti ricerche sull’impatto sulla salute dei telefoni cellulari. “E questi risultati sono contrastanti – aggiunge – ci sono alcune importanti limitazioni con alcuni degli studi utilizzati. Ad esempio, alcuni sono stati eseguiti su animali, mentre altri hanno confrontato persone che avevano già il cancro e hanno chiesto loro di ricordare l’uso passato del cellulare, piuttosto che tenere traccia delle persone nel tempo”.

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Un portavoce di Public Health England ha ribadito questo concetto di una parte di studiosi. “La ricerca sugli effetti a lungo termine è ancora in corso, ma nel complesso le migliori prove scientifiche mostrano che l’uso dei telefoni cellulari non aumenta il rischio di cancro – aggiunge – non ci sono prove convincenti che l’esposizione ai campi elettromagnetici abbia effetti negativi sulla salute a condizione che le esposizioni siano al di sotto dei livelli raccomandati dalle linee guida”.

Come si suol dire, la dottrina è divisa. Un corretto uso degli smartphone, magari limitarne la durata durante l’arco di una giornata per esempio, mette tutti d’accordo.