Il contrabbando di chip da Hong Kong alla Cina: un nuovo pericoloso mercato nero

Nelle scorse ore la polizia doganale cinese ha fermato un contrabbandiere che trasportava 256 chip a marchio Intel, legati a polpacci e petto: un modus operandi molto simile a quello adottato dai trafficanti di droga. Si tratta soltanto della cosiddetta “punta dell’iceberg”: l’evento ha fatto emergere un pericoloso mercato nero dell’elettronica, nato in seguito alla crisi dei semiconduttori in atto in questi mesi

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Il contrabbando di chip da Hong Kong alla Cina potrebbe essere un fenomeno ben più espanso di quel che si pensa. – MeteoWeek.com

Gli analisti la chiamano chip crunch, ed è il termine che forse suggerisce il significato più profondo di ciò che il mondo intero sta vivendo in questi mesi. Ci troviamo infatti nel pieno della crisi dei chip, o crisi dei semiconduttori, che ha portato il mercato globale a rispondere a fatica alla crescente richiesta di questi materiali per la produzione di prodotti tecnologici quali televisori, smartphone, frigoriferi, o addirittura componenti di veicoli.

Una richiesta che, anche e soprattutto a causa della pandemia da COVID-19 e delle crescenti tensioni tra USA e Cina, ha vissuto un’impennata repentina cui le grandi aziende produttrici non sono riuscite a far fronte in modo tempestivo. Il risultato è che la catena di approvvigionamento di tali materiali è entrata in crisi, prima inceppandosi e poi trovandosi a inseguire l’esosa richiesta.

Tutto questo ha fatto nascere un pericoloso mercato nero, la cui diffusione potrebbe andare oltre le previsioni e alcuni fatti recenti lo testimoniano.

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Cina: polizia doganale ferma un contrabbandiere di chip. E’ già esploso un nuovo mercato nero?

Nelle scorse ore è giunta notizia dai principali media cinesi che la polizia doganale della Cina, dopo aver svolto approfonditi controlli, ha fermato alla frontiera un contrabbandiere il quale trasportava 256 chip Intel, legati ai polpacci e al petto, sfruttando un modus operandi poco differente da quello adoperato dai trafficanti di droga e e sigarette.

E’ emerso inoltre che il contrabbandiere stava entrando da Hong Kong, il canale preferenziale per l’immissione illegale in Cina di chip e prodotti simili. Il territorio autonomo è collegato a Zhuhai e Macao tramite un ponte lungo 55 chilometri e questa tratta sarebbe scelta da decine di spalloni per arrivare nel territorio cinese e introdurre i chip in una fitta rete di mercato nero. La destinazione del contrabbandiere era Shenzhen, importante polo economico e industriale della Repubblica Popolare Cinese.

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La meta del contrabbandiere era Shenzhen, importante polo economico e industriale della Cina. – MeteoWeek.com

Gli altri casi recenti

Non si tratta del primo caso di contrabbando smascherato: i media cinesi infatti riportano di un altro arresto, avvenuto alcuni giorni fa, nei confronti di un uomo nel tentativo di entrare illegalmente in Cina con 52 CPU Intel nascoste nel doppio fondo della sua automobile. Ritornando a Hong Kong, invece, i quotidiani cinesi hanno ricordato al pubblico di lettori di una spettacolare rapina avvenuta lo scorso 16 giugno ai danni di un deposito, dal quale sono stati sottratti chip per un valore complessivo di 5 milioni di dollari di Hong Kong, l’equivalente di circa 550mila euro, verosimilmente introdotti anch’essi nel circolo del mercato nero.

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La situazione è davvero delicata: molte aziende hanno deciso di lottare la crisi interna rivolgendosi al suddetto mercato nero, potendosi così garantire un approvigionamento di chip altrimenti difficile da raggiungere. Una crisi che, al contempo, per ora sembra non conoscere una fine imminente.

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