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Gmail uno strumento fantastico, ma un gran ficcanaso: cosa rischiamo?

Dopo una attenta analisi, Gmail si è classificato come il dominio di posta elettronica più ficcanaso. Ma perché?

Google spia – MeteoWeek.com

Ma è vero che Google ci spia?

Ormai tutti sappiamo che quando navighiamo su internet, chattiamo, facciamo acquisti, guardiamo video siamo controllati.

Tutti i dati sulle nostre abitudini le tendenze i bisogni vengono raccolti e utilizzati per lo più a fini commerciali (ma non solo). Ma avete idea di cosa veramente Google sia in grado di sapere su di voi?

Le nuove norme a tutela della privacy imposte da Apple alle app sono in qualche modo servite a rivelare quanto Google sappia di noi attraverso Gmail.

È importante ricordare che Gmail è di gran lunga il servizio di posta più usato, con più di 1,5 miliardi di utilizzatori attivi, contro i circa 400 milioni di Microsoft Outlook.

Chi usa Gmail sappia che Google condivide con gli inserzionisti moltissime informazioni tra cui: la loro posizione geografica approssimativa, l’Id (un identificatore che serve a tracciarli in modo anonimo) e i dati sugli annunci visti online;

Google ricava anche altri dati, ma solo “per costruire servizi migliori”: la cronologia degli acquisti, la posizione precisa, l’indirizzo mail, le foto e la cronologia delle ricerche.ù

Google utilizza continuamente il contenuto della Cronologia web per proporre
all’utente risultati delle ricerche più pertinenti e per fornire informazioni sui dispositivi Android prima ancora che sia l’utente a richiederle.

Cronologia web è infatti legata a doppio filo con l’assistente digitale Google Now .

Da quel che si capisce da iOS, invece, Outlook per la pubblicità analizza solo i dati sugli annunci visualizzati, ma non la posizione; non crea un Id dell’utente e non studia la cronologia degli acquisti, ma solo quella delle ricerche.

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Cosa sappiamo finora

Gmail è il vero ficcanaso – MeteoWeek.com

“Dal 2017, cioè da quando Google ha smesso di leggere il contenuto delle nostre mail per fornire annunci personalizzati, abbiamo iniziato a usare Gmail cullati da un’apparente sensazione di maggiore sicurezza e tutela, è il commento di Riccardo Berti, avvocato esperto di privacy.

Perché davvero, sino al 2017, Google faceva una cosa che oggi farebbe rizzare i capelli in testa anche ai meno attenti alla privacy.

Ma era un’altra era, prima dello scandalo Cambridge Analytica o delle elezioni americane, in qualche modo manipolate anche attraverso i social network, un periodo in cui Mark Zuckerberg, co-fondatore di Facebook, poteva dire che “la privacy è morta” senza rischiare il linciaggio.

Google compone automaticamente un profilo dell’utente a seconda delle pagine web che vengono via via aperte.

Stilando una lista delle preferenze e degli interessi di ciascun utente, Google può elaborare un profilo solitamente piuttosto calzante.

Quel che è successo, secondo quanto spiegato da Berti, è che “dopo il 2017, con la scusa di fornire servizi migliori, Google ha saputo rendere accettabile la sua estesa attività di data collection, invogliando gli utenti, interessati alle funzionalità di Gmail, ad accettare un monitoraggio più invasivo”.

E’ possibile non utilizzare gmail? – MeteoWeek.com

 “L’elenco completo di quali siano i dati trattati dall’app, svelato da Google con grande ritardo e solo dopo molte lamentele, consente un rapido paragone con altri client di posta ed evidenzia come il programma di Mountain View sia molto più avido rispetto a competitor come Outlook e Mail, il client nativo di Apple per la gestione della posta elettronica”.

Quindi da quello che si può capire , Mail non usa per niente i dati a scopo pubblicitario e le poche informazioni che raccoglie “per migliorare il prodotto” non vengono collegate alla persona che le ha generate.

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Come difendersi

Ma la cosa peggiore che potrebbe accadere?

“Se qualcuno si intromettesse nei server di Mountain View dove sono contenute tutte queste informazioni, la riservatezza di aziende, politici e persone comuni correrebbe un grande rischio”.

Inoltre, “la corte di Giustizia europea ha accertato che l’invio di dati negli Stati Uniti espone a una qualche forma di controllo da parte del governo americano, una circostanza che aumenta ulteriormente il rischio di perdita di riservatezza per le informazioni scambiate”

Sugli iPhone si può evitare del tutto l’app Gmail e usare Mail o anche aprire la casella di posta su Gmail attraverso il browser Safari, mentre i più attenti alla privacy possono puntare su ProtonMail o Signal per le comunicazioni personali.

Alessandra Costagliola

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Alessandra Costagliola

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