La criptovaluta potrà essere utilizzata come moneta reale, e in El Salvador si ha l’inizio di tutto, primo paese al mondo ad accettare i Bitcoin come valuta.
Il Congresso di El Salvador ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge, proposto dal presidente Nyib Bukele.
Nello stato di El Salvador la criptovaluta sarà adottata come moneta ufficiale, accanto al dollaro americano.
“La #BitcoinLaw è stata appena approvata a maggioranza qualificata dall’Assemblea”, ha scritto su Twitter il presidente subito dopo il voto.
L’intenzione di rendere legale la circolazione del bitcoin in El Salvador era stata anticipata giorni fa dal presidente Nayib Bukele in un videomessaggio alla conferenza Bitcoin 2021 di Miami, in Florida.
El Salvador è infatti il primo paese al mondo ad accettare la criptovaluta.
Secondo la nuova legge proclamata, l’uso del bitcoin sarà “libero con potere liberatorio, illimitato in qualsiasi transazione e a qualsiasi titolo richiesto dalle persone fisiche o giuridiche pubbliche o private”.
Ovvero nessuno sarà obbligato per forza ad usarlo.
Nella discussione avvenuta nella Commissione Finanze è stato chiarito che il bitcoin non sostituirà il dollaro. Si tratta, ha sottolineato il vicepresidente del partito governativo “Nuevas Ideas”, “solo di un valore aggiuntivo”.
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Dopo l’annuncio dello scorso 6 giugno, fatto durante l’attesa bitcoin Conference di Miami, oggi è ufficiale: la bitcoin è diventata una moneta a corso legale nella Repubblica di El Salvador.
Bisogna però dire che El Salvador è un paese piccolo, con appena 6,5 milioni di abitanti e al 101° posto mondiale per PIL.
Non certo una grande metropoli.
Una una situazione economica certo non tra le più floride. Questa iniziativa è quindi sicuramente da considerarsi strategica per cercare di sollevare l’economia in una nazione in cui il 70% delle persone non ha un conto corrente ma ha uno smartphone su cui quindi potrebbe usare bitcoin.
Ma come funziona il bitcoin?
“L’obiettivo” aveva spiegato il presidente annunciando il disegno di legge “è quello di consentire l’inclusione finanziaria di migliaia di persone che sono al di fuori dell’economia legale, in un paese in cui il 70% della popolazione non ha un conto in banca e lavora nell’economia sommersa”.
È previsto che il tasso di cambio fra bitcoin e dollaro sia fissato liberamente dal mercato, che i prezzi possano essere espressi in bitcoin, e che anche tutte le tasse ed imposte possano essere pagate con la criptomoneta.
Non ci sarà quindi una guida universale che darà un valore alla criptovaluta, anzi sarà libertà del paese stesso mettere un valore preciso, a seconda della propria economia.
Particolare importante, gli scambi realizzati in bitcoin non saranno soggetti all’imposta sulle plusvalenze come avviene per qualsiasi altra moneta a corso legale.
La legge dispone inoltre che gli operatori economici dovranno accettare la criptomoneta come forma di pagamento quando verrà offerto da chi acquista un bene o un servizio.
Non ci si potrà quindi tirare indietro.
Nel testo del provvedimento è anche previsto che “senza pregiudizi per il settore privato, lo Stato fornirà alternative che consentano all’utente di effettuare transazioni in bitcoin, oltre che accedere alla convertibilità automatica e istantanea a dollaro, se richiesto”.
Sono infine esclusi dall’obbligo di accettare la criptomoneta come forma di pagamento coloro che “in modo evidente non hanno accesso alle tecnologie che consentono transazioni in bitcoin”.
Quindi, non ci si deve aspettare che un fruttivendolo sulla strada accetti i bitcoin come pagamento, ma ce lo si potrà aspettare da un negozio ad esempio di tecnologia, con tutti gli strumenti necessari per accettare questo tipo di pagamento.
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Ma questa passaggio alla criptovaluta era davvero così impellente?
No, dato che El Salvador ha ben altri problemi a cui pensare.
Nel paese infatti l’aborto è fuori legge in modo assoluto, anche nei casi di stupro o incesto e sono previste pene che vanno dai 2 ai 50 anni di carcere per chi lo pratica. Addirittura, le donne che subiscono aborti spontanei o che danno alla luce feti morti possono essere processate per omicidio.
Ergo la donna non solo deve subire una atrocità, ma non è neanche libera di poter scegliere con la propria testa.
Anche i medici coinvolti in un aborto rischiano dai 6 ai 12 anni di carcere, oltre alla radiazione dall’ordine professionale, e anche la famiglia che dovesse sostenere la donna nella volontà di abortire sono puniti con una reclusione da 2 ai 5 anni.
L’aborto quindi, non è valutato in nessun caso.
El Salvador è anche uno dei Paesi più pericolosi e con più omicidi nel mondo. Nel Paese sudamericano anche i diritti degli omosessuali non sono riconosciuti e addirittura la comunità transgender non ha diritto di voto. Pare addirittura che dei cittadini siano stati uccisi per aver violato le leggi della recente quarantena domiciliare per il Covid-19.
Quindi.. era davvero questo il primo pensiero?
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