Dal 2019 Elon Musk sta mandando in orbita i satelliti Stalink. Ora, la nostra orbita ne è appunto piena. Vediamo insieme il perchè e il video.
Che Elon Musk voglia lasciare la propria impronta nello spazio, l’avevamo capito tutti. Il creatore di Space X infatti sta lanciando progetti su progetti per conquistare l’orbita terrestre e non solo.
Dopo Tesla e Space X, dal 2019 Musk sta lanciando satelliti in orbita con una certa frequenza, e si parla di botte di 50/60 satelliti per volta.
Il 24 marzo infatti Falcon 9 della Space X (alle 09:24, ora italiana) ha lanciato nell’orbita terrestre bassa dalla base Space Launch Complex 40 – Cape Canaveral Space Force Station – in 64 minuti, il suo carico utile di 60 satelliti Starlink, utilizzando lo stadio superiore del razzo.
Il primo stadio del vettore è atterrato su un drone nell’Oceano Atlantico, otto minuti e mezzo dopo il decollo.
Nello stesso giorno del 2006, Space X lanciava il Falcon 1.
Una sorta di celebrazione per un anniversario importante.
Fu un insuccesso, perché il motore singolo del primo stadio si guastò circa mezzo minuto dopo il decollo. Anche i due successivi lanci non sono riusciti, prima che il quarto lancio del Falcon 1 (che trasportava un carico utile di prova) raggiungesse l’orbita nel settembre 2008.
L’obiettivo della Space X di lanciare 1440 satelliti entro la fine del 2020 ha subito qualche leggera modifica sulla tabella di marcia, che alla luce dei successi del Falcon 9 con 111 lanci, 71 atterraggi e 54 razzi lanciati fa intravedere un veloce recupero nell’anno corrente.
La pandemia ha frenato anche le missioni di Elon Musk? Non è dato saperlo.
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Il lancio dei satelliti Starlink crea una visione spettacolare nel cielo notturno.
Sono visibili ad occhio nudo e appaiono come un filo di perle o un “treno” di luci brillanti che si muovono in linea retta nell’oscurità del cielo.
Con le nostre applicazioni, si potranno individuare velocemente i satelliti Starlink nel cielo, dalla vostra postazione, e godere dello spettacolo luminoso.
L’obiettivo del progetto Starlink di SpaceX è fornire accesso a una connessione internet a banda larga da ogni località nel pianeta.
Portare internet quindi anche in località dove ora, non c’è traccia. Un obiettivo “grande” ma che porterebbe davvero ad un cambiamento sistematico del mondo.
Per raggiungere questo obiettivo, SpaceX progetta di lanciare nell’orbita terrestre circa 30.000 satelliti.
I portavoce dell’azienda riferiscono che questo permetterebbe alle persone che vivono in zone scarsamente popolate e in aree difficilmente raggiungibili di utilizzare internet a una velocità di 1 gigabit al secondo. Il progetto definitivo di Elon Musk è un’enorme costellazione di 42.000 satelliti.
Secondo SpaceX, per fornire un servizio basilare sarebbero necessari almeno 360 satelliti, mentre occorrerebbero 720 satelliti per una copertura moderata.
La generazione 1 di Starlink è ormai alle spalle, perché “Stiamo già lavorando alla costellazione di generazione 2. Questi satelliti verranno continuamente aggiornati, mentre continuiamo ad aumentare sia la capacità della rete che la densità di ordini di grandezza. Siamo entusiasti di poter finalmente fornire molto più Internet di quanto ne stiamo fornendo ora”.
Vale la pena ricordare che i satelliti Starlink, nell’aprile del 2020, sono stati dotati di parasole per rispondere alla richiesta della comunità scientifica mondiale, preoccupata dell’impatto dell’eccessiva luminosità sulle osservazioni astronomiche da terra.
Un impegno preso e mantenuto da Elon Musk, che in quell’occasione ha dichiarato il suo interesse per il settore dei telescopi spaziali da lanciare con costi inferiori a quelli del passato, per costruire un grande osservatorio cosmico.
Che Musk sia molto attento all’inquinamento del nostro pianeta è ormai notizia nota: abbandonati i bitcoin ( potete leggere questo articolo che ne parla ) e privilegiando le auto a motore elettrico, Elon Musk si è fatto una nomea degna di Leonardo di Caprio.
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Viasat, società che si occupa di connettività satellitare dal 1986, starebbe cercando di bloccare o arginare il progetto SpaceX Starlink affidandosi alla FCC (Federal Communications Commission).
Lo scopo iniziale sarebbe quello di impedire che la società statunitense effettui nuovi lanci di satelliti nel prossimo periodo, bloccandone così l’espansione.
A quanto risulta, la strategia per cercare di bloccare l’espansione della megacostellazione satellitare sarebbe legata alla necessità dell’ente regolatore di valutare l’impatto ambientale prima di approvarne l’ampliamento.
In un documento presentato, le varie affermazioni portate dalla società sono state “smontate” o ridotte nella gravità dalla stessa FCC prima dell’approvazione.
Per esempio si cita la possibilità per i satelliti Space Starlink di creare problemi durante il rientro in atmosfera dei detriti satellitari. Secondo Viasat sopravvive al rientro “in generale” dal 10 al 40% della massa di un satellite. Questa affermazione per l’FCC non sarebbe accurata quando si parla di Starlink. Vista la costruzione di questi satelliti, questo genere di unità brucerebbe e si distruggerebbe prima di toccare terra.
Si parla anche dell’inquinamento luminoso causato da questi satelliti, ma questa parte deve ancora venir approfondita.
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