Guerra tra Donald Trump e Facebook: presa una decisione mai come prima d’ora

Caso Trump: il Consiglio di Facebook conferma il bando. E l’ex presidente Usa lancia la sua piattaforma a dispetto di Facebook.

Donald Trump lontano da Facebook per altri due anni – MeteoWeek.com

Donald Trump non potrà tornare su Facebook.

Il 45esimo presidente degli Stati Uniti è infatti stato espulso da Facebook e Instagram – oltre che da altre grandi piattaforme che non fanno capo a Mark Zuckerberg, come Twitter – dopo l’assalto al Campidoglio ad opera di centinaia di suoi sostenitori il 6 gennaio, che aveva portato a cinque morti.

Quindi, da pochi giorni finalizzata la decisione di Facebook di sospendere Donald Trump dal social network per due anni.

Ad annunciarlo è lo stesso social media che precisa: “Data la gravità delle circostanze che hanno portato alla sospensione di Trump, riteniamo che le sue azioni costituiscano una seria violazione delle nostre regole che merita la maggiore sanzione. Sospendiamo i suoi account per due anni, a partire dalla data della sua iniziale sospensione il 7 gennaio di quest’anno”, quando l’ex presidente elogiò l’attacco a Capitol Hill.

Una decisione mai presa fino ad ora, che mette in chiaro la posizione del social media nei confronti dell’ex presidente più criticato degli Stati Uniti.

Riteniamo che i rischi di consentire al presidente di continuare a utilizzare il nostro servizio siano semplicemente troppo grandi”, aveva spiegato all’epoca Zuckerberg. “Pertanto, stiamo estendendo il blocco che abbiamo posto sui suoi account Facebook e Instagram a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane fino al completamento di una transizione pacifica del potere”.

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Donald Trump non accetta la decisione di Facebook

Facebook non tollera più niente su Donald Trump sul suo social media – MeteoWeek.com

Il 21 gennaio di quest’anno, Facebook aveva annunciato che sarebbe stato compiti dell’Oversight Board a decidere cosa ne sarebbe stato dei profili di The Donald, soppesando diritto internazionale e termini d’utilizzo dell’azienda.

Come accaduto anche per gli altri casi presi in esame, tra i venti membri che compongono il comitato, tra cui spiccano professori, giornalisti ed ex primi ministri di Paesi diversi, ne sono stati scelti cinque a caso, tra cui uno statunitense, per raggiungere una decisione, che sarà poi sottoposta alla Board nella sua interezza.

Ed è esattamente successo così.

Al di là delle ripercussioni per la politica statunitense e per Trump come individuo, la decisione rappresenta un test senza precedenti per sia per Facebook che per i tanti leader che, dal Brasile alle Filippine, negli ultimi anni hanno consolidato il proprio potere anche grazie a un uso spregiudicato dei social network.

Il comitato si era dato tre mesi, entro fine aprile, per deliberare.

Ecco perché scaduto il termine di 24 mesi Facebook dovrà valutare la possibile riammissione di Trump al social.

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Neanche la voce di Trump sarà più ammessa su Facebook

Facebook cancella The Donald – MeteoWeek.com

“Ci sono molte persone che credono che non fosse appropriato per un’azienda privata come Facebook sospendere un presidente uscente dalla sua piattaforma, e molti altri che credono che Trump avrebbe dovuto essere immediatamente bandito a vita”, ha detto la società.

“Il nostro compito è prendere una decisione nel modo più proporzionato, equo e trasparente possibile, in linea con le istruzioni forniteci dall’Organismo di Vigilanza». Facebook ha anche affermato che rimuoverà i contenuti dai leader mondiali se «il rischio di danni supera l’interesse pubblico”.

La reazione di Trump non è diversa da quella che potremmo tuttavia aspettarci.

La decisione di Facebook, secondo Trump “è un insulto a 75 milioni di persone che hanno votato per noi nelle elezioni presidenziali truccate del 2020″.

Lo afferma criticando il social media per averlo sospeso per due anni e facendo riferimento ai voti che ha ottenuto. Parlando di censura, Trump osserva: “Il nostro paese non può più sopportare questo abuso”.

In più di quelli che ha fatto lui. Ma questa è un’altra storia.

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