Social e acquisti online: una stretta correlazione che ci influenza (molto) nell’acquisto

Come i social influenzano i nostri acquisti e cosa è cambiato dopo la pandemia. Ecco le conseguenze che non ci aspettiamo.

Acquisti online: quanto siamo influenzati dai social? – MeteoWeek.com

Chiunque abbia anche un solo social tra Facebook, Instagram o TikTok, sa per certo che le ADV sono pressoché ovunque.

Dal rossetto usato dall’influencer del caso, alla pasta usata dal cuoco che ha fatto una diretta su Instagram, alla maschera per capelli usata dalla tiktoker, tutti abbiamo pensato almeno una volta “Cavolo, dovrei provarla!” per poi scovarla sullo scaffale del supermercato.

Inutile girarci attorno: siamo influenzati molto da quello che vediamo sui social, a tal punto da fidarci e comprare un determinato prodotto che probabilmente vilmente va a sostituire quello che abbiamo sempre acquistato.

Basti pensare semplicemente alle modelle, influencer e altro che in questi giorni hanno cominciato ad indossare i costumi delle varie catene come Calzedonia, Tezenis e altre.

Le ragazze sicuramente sono andate sui siti, magari cercati già prima, per vedere quel costume che, sulla modella di Instagram, era talmente bello da far cambiare opinione avendolo visto solo di sfuggita.

Secondo i dati aggiornati a marzo 2021, In Italia un quinto delle persone dice di aver acquistato un prodotto/servizio dopo che era stato promosso da un influencer.

Non sempre però questo effetto è positivo su coloro che sponsorizzano un prodotto, a volte dimenticando la dicitura ADV: ad esempio, l’Autorità garante della Concorrenza ha annunciato di avere avviato una nuova istruttoria contro Bat Italia e gli influencer Cecilia Rodriguez, Stefano De Martino e Stefano Sala: “L’Autorità contesta la diffusione sul profilo Instagram di tali influencer, legati da un rapporto commerciale con Bat Italia, di post contenenti l’invito ai follower a pubblicare contenuti con tag e hashtag collegati alla campagna pubblicitaria del prodotto Glo Hyper, dispositivo per il tabacco riscaldato prodotto e commercializzato dalla società”.

LEGGI ANCHE: TikTok è sempre più il social preferito dal mondo delle auto: ecco perché

Lo shopping online ha preso piede dopo la pandemia?

Shopping post-pandemia – MeteoWeek.com

Aumentano sempre di più i consumatori digitali in Italia. Secondo il “Report annuale sull’e-commerce italiano” realizzato da Idealo, l’85% degli acquirenti digitali italiani effettua, in media, almeno un acquisto online al mese. Un valore più alto di 5 punti percentuali rispetto a quello registrato lo scorso anno.

La pandemia di COVID-19 ha stravolto, tra le tante, anche le nostre abitudini digitali e di acquisto online.

Fare acquisti online, a più di un anno da quel primo lockdown del 2020, è diventata un’abitudine consolidata per molti italiani, anche per chi prima di allora non aveva mai sperimentato l’e-commerce.

Rilevano, per questo motivo, i dati relativi alla crescita dell’interesse online per alcune categorie, rispetto al 2019, secondo quanto rilevato dal portale italiano di idealo, come bellezza, abbigliamento ed elettronica.

Tuttavia nel 2020, la pandemia di COVID-19 ha reso necessari nuovi prodotti, come ad esempio i gel disinfettanti. Tra i 10 prodotti più desiderati online nel 2020 troviamo infatti AMUCHINA Gel Xgerm e Nova Argentia Alcool Etilico Denaturato.

Altri prodotti, principalmente quelli legati ai viaggi e allo sport outdoor, hanno subito forti cali di interesse online nel 2020, conformemente alla necessità di ridurre i contatti con l’esterno. Per esempio: Scarpe da sport (-40,2%), Catene da neve (-38,0%), Seggiolini auto per bambini (-37,6%) e Valigie (-35,1%).

Quanto influenzano i social sugli acquisti?

Secondo il report di Buzzoole , sulla trasparenza nell’influencer marketing in Italia, i post (con l’esclusione delle Storie) in italiano pubblicati su Facebook e Instagram e contenenti gli hashtag della trasparenza più utilizzati (come #Ad, #Adv, #sponsorizzato, #sponsored, #inserzioneapagamento, #prodottofornitoda, #pubblicità e #advertising) nel 2020 sono stati 186.700 e hanno generato 268 milioni di interazioni.

La trasparenza nelle comunicazioni è fra le sfide che si trovano ad affrontare gli operatori del settore, che siano aziende, intermediari o creator.

Quanto siamo influenzati? – MeteoWeek.com

E in gioco c’è la credibilità di questa giovane leva di marketing che sta continuando a crescere nel nostro Paese e nel mondo.

Inoltre, uno dei problemi maggio è che più della metà degli influencer di Instagram è stata coinvolta in una qualche forma di frode e falsificazione sui social media nel 2020.

I mega-influencer e le celebrità di Instagram, quelli con più di un milione di follower, come Stefano De Martino e Cecilia Rodriguez, sono stati i maggiori colpevoli, con due terzi (66%) di questi account coinvolti in qualche forma di attività fraudolenta; i cosiddetti nano-influencer (da 1000 a 5mila follower) hanno avuto la percentuale più bassa di frodi, che si verificano nel 42% degli account.

Le tattiche più comuni utilizzate includevano l’acquisto di follower, like e commenti da “click farm”, l’acquisto di visualizzazioni di Storie e il coinvolgimento con i pod dei commenti, dove un gruppo di utenti di Instagram si riunisce e interagisce sistematicamente con i post dell’altro.

LEGGI ANCHE: Cosa bisogna sapere per fare shopping online in maniera sicura evitando truffe?

Influencer: quanto nuoce questa professione ai brand?

Influencer: quanto è nocivo per i brand? – MeteoWeek.com

Ovviamente non ci colleghiamo a chi ne ha fatto un vero e proprio impero e lavoro, anzi, sono proprio loro il motivo per cui alcuni brand sono riusciti a superare crisi come quella post pandemia.

Basti pensare a Chiara Ferragni, che iniziando dal niente è riuscita davvero a cambiare le carte in tavola, creando un proprio brand e ius vero e proprio impero.

Coloro che nuocciono ai brand sono coloro che, tramite follower comprati o “incuriositi” da comportamenti discutibili, danno una particolare nomea al brand.

Non tutti possono esserlo, ma questa non sembra essere una nozione colta facilmente.

Chi prova a fare l’influencer di mestiere e ogni giorno parla di marchi diversi senza il minimo collegamento non può essere credibile: basta guardare le loro pagine social per rendersi conto di come passino da un’azienda all’altra. Però le aziende continuano purtroppo a misurare l’efficacia degli influencer ancora sui volumi dei follower e sulle reach, piuttosto che sul valore.

Ecco perchè, bisogna lasciarsi influenzare da social “non ingannevoli”, ed essere molto selettivi.