Dopo anni di burle e aggiornamenti in ritardo, Internet Explorer si prepara a dirci definitivamente addio.
Scomparirà definitivamente il 15 giugno del 2022, dopo 27 anni di carriera. E questa volta non è uno scherzo.
Internet Explorer, il software lanciato da Microsoft nel 1995, si prepara quindi ad andare in pensione sostituito dal nuovo browser Edge.
“Microsoft Edge ha al suo interno la modalità Internet Explorer (IE) incorporata, quindi si potrà continuare ad accedere ai siti Web e alle applicazioni basate su Internet Explorer direttamente da Microsoft Edge”, assicurano da Seattle.
“Per questo l’applicazione desktop di Internet Explorer 11 verrà ritirata e non sarà più supportata dal 15 giugno 2022 per alcune versioni di Windows 10”.
La sua prima versione risale ad agosto 1995. Per anni gli utenti hanno abbandonato progressivamente la piattaforma in favore dei concorrenti.
Tra tutti Google Chrome, considerando la compatibilità totale con i servizi offerti dal motore di ricerca, e il rivale storico Mozilla Firefox.
Più che di scomparsa bisognerebbe quindi parlare di evoluzione.
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Un addio rimandato da tempo: com’è nato Internet Explorer
Una delle icone che ha segnato la prima evoluzione del Web, non ancora dominato da poche grandi multinazionali, fra poco più di un anno non ci sarà più entrando a far parte del passato come già accaduto a Netscape che nel 1995 dominava la scena.
La Microsoft di quei tempi, guidata da Bill Gates, alla Rete creava poco.
Capì tardi che i browser, in quanto porta di accesso al digitale, erano invece un pezzo essenziale del futuro. Avrebbe fatto lo stesso errore poco più tardi con i motori di ricerca.
Explorer riuscì in poco tempo a guadagnare terreno superano Netscape a fine 1998.
Raggiunse l’apice nel 2004, con una quota di mercato del 94%, mentre cominciavano a farsi strada da un lato Firefox di Mozilla e dall’altro Safari di Apple.
Per un po’ comunque, Internet Explorer ha dominato il podio dei browser.
Nel frattempo negli Stati Uniti il colosso era stato messo sul banco degli imputati dal governo degli Stati Uniti per abuso di posizione dominante proprio a causa di Explorer, installato su tutti i pc dotati del suo sistema operativo Windows.
Ve lo ricordate vero?
Le fu imposto di separare il sistema operativo dagli altri software. La stessa scena si è poi ripetuta nelle corti di Bruxelles nel 2009.
Ma l’unico vero sfidante arrivò solo dopo, nel 2008: Chrome di Google.
Il sorpasso risale al 2012 e da quel momento Internet Explorer non ha fatto che perdere terreno.
Oggi Chrome ha circa il 70% del mercato, Edge è al 9,7 e il vecchio Explorer al 4,5 stando a Netmarketshare.
Un pezzo di antiquariato che, nonostante gli aggiornamenti costanti, è diventato negli ultimi anni lo zimbello della rete a causa della sua lentezza rispetto ai concorrenti, con meme e addirittura profili ironici sui social dedicati interamente alla sua scarsa capacità di tenere il passo con le nuove trovate del web.
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Cosa cambierà per Windows
Il testimone passerà ufficialmente a Microsoft Edge, lanciato ormai 6 anni fa, che nella nuova veste Edge Chromium è diventato molto più simile al software di casa Google, con un’esperienza utente più facile, in particolare per chi è abituato ai dispositivi mobili. E soprattutto più veloce.
La data di scadenza di Internet Explorer è fissata ufficialmente per il 25 giugno 2022. Una data da condanna a morte, che farà scendere una lacrimuccia ai più nostalgici.
Da quel giorno giorno non sarà più supportato ufficialmente dal sistema operativo di casa Microsoft, almeno per le versioni di Windows destinati agli utenti finali.
Progressivamente tutte le applicazioni web del gigante digitale di Redmond smetteranno di girare su Internet Explorer, come già avvenuto per Microsoft Teams.
Internet Explorer 11, l’ultima versione del browser, smetterà ad agosto 2021 di supportare Microsoft Office 365, il cloud OneDrive e il servizio di posta elettronica Outlook.
Microsoft consiglia chi ancora utilizza IE di passare a Edge prima del 15 giugno 2022, “data di fine vita”.
Segnalibri, password e impostazioni aggiuntive possono essere facilmente trasferite utilizzando la guida di Microsoft.
Difficile venga rimpianto: accusato di essere lento e pieno di falle, criticarlo era diventato uno sport quando era al vertice, creazioni di meme da anni.
Più facile si rimpianga il mondo digitale nel quale era nato, dove sembrava tutto già bello.