Da molti anni si vocifera circa la possibilità di effettuare un trapianto di cuore artificiale totale. A dir la verità, sono già possibili trapianti di cuore artificiale parziale e temporaneo, che vengono utilizzati nel tempo d’attesa di un classico trapianto da donatore. Gli studiosi si trovano però di fronte al perenne problema della creazione di un cuore artificiale completo, che possa garantire un’alta qualità di vita permanente
Nel novero degli sviluppi più importanti della medicina rientra il cuore artificiale, fose la più affascinante tra le protesi impiantabili nell’essere umano. Talvolta è necessario infatti rimpiazzare il cuore biologico, a causa di diverse problematiche, e un cuore artificiale può aiutare enormemente.
O, per meglio dire, allo stato attuale delle cose può aiutare solo in modo parziale. Ad oggi infatti sono sempre stati realizzati cuori artificiali parziali e temporanei, che vengono impiantati nel corpo del paziente in attesa della ricezione dell’organo da un donatore e quindi tramite trapianto di tipo tradizionale. Restano sempre tutti i problemi legati a questa procedura, questo è ovvio: problemi che suggeriscono la necessità di sviluppare un cuore artificiale totale, ossia in grado di funzionare autonomamente per sempre una volta impiantato, garantendo un’alta qualità di vita al paziente.
A quanto pare non manca molto all’arrivo di questa tecnologia, che potrebbe ben presto rivoluzionare il settore dei trapianti cardiaci.
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Fino a qualche tempo fa è stato molto difficile anche soltanto realizzare un progetto di cuore artificiale totale, data la complessità dell’organismo umano e le sue possibili reazioni ad una componente meccanica di questo tipo.
L’azienda francese Carmat, però, è arrivata molto vicina al risultato. Nel mese di dicembre infatti ha ottenuto il marchio CE per il suo cuore artificiale totale Aeson, il quale è ormai pronto per essere commercializzato nelle principali aziende ospedaliere.
Restano alcuni dubbi sul prodotto: sebbene gli studi condotti su questo progetto siano stati consistenti, non è ancora chiaro se il cuore meccanico in questione sia affidabile al 100% e soprattutto se sia compatibile con il corpo umano come previsto dall’azienda, forse il problema più grave in assoluto da superare dato che il rigetto è una condizione molto frequente. Aeson dovrà pertanto superare un’altra, lunga serie di test clinici prima di trovare riscontro definitivo e di entrare in commercio come alternativa valida ai cuori artificiali temporanei.
In ogni caso, lo step in avanti è già notevole e, se il progetto dovesse trovare ulteriori riscontri di sicurezza e affidabilità, potrebbe rappresentare una svolta per l’umanità.
Solitamente il cuore artificiale viene utilizzato per curare scompensi cardiaci e insufficienze cardiache, sinonimi per una stessa malattia che può colpire pazienti a qualsiasi età, ma in particolar modo anziani.
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Nelle sue fasi terminali la malattia porta alla necessità di rimuovere il cuore sano, con un conseguente trapianto. Un cuore artificiale permetterebbe di risolvere un problema che, nel caso dell’Italia, è accentuato: la mancanza di donatori. Nel corso del 2020 infatti sono stati eseguiti 238 trapianti, a fronte di 655 pazienti in lista d’attesa.
Fonte: Il Post
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