Chernobyl sta bruciando: cosa succede nel sottosuolo?

Dopo il disastro legato al reattore 4, ora Chernobyl riprende a bruciare. Ecco cosa sta succedendo.

La foresta di Chernobyl torna a bruciare – MeteoWeek.com

Trentacinque anni dopo che la centrale nucleare di Chernobyl in Ucraina è esplosa nel peggiore incidente nucleare del mondo, le reazioni di fissione stanno di nuovo bruciando in masse di combustibile di uranio sepolte in profondità all’interno di una sala del reattore martoriata.

È come la brace in un barbecue”, dice Neil Hyatt, un chimico dei materiali nucleari presso l’Università di Sheffield.

Ora, gli scienziati ucraini si stanno affrettando a determinare se le reazioni si spegneranno da sole o richiederanno interventi straordinari per evitare un altro incidente, come successe per il primo incidente, dove il reattore 4 venne sigillato da coraggiosi volontari che, purtroppo, hanno in gran parte rimesso la propria vita per salvare quella dell’Europa.

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Chernobyl: il primo incidente 35 anni fa

35 anni dal disastro del reattore 4 – MeteoWeek.com

Durante le prime ore del 26 aprile del 1986, esplose il più avanzato dei quattro reattori in funzione presso la centrale nucleare di Chernobyl, a poco più di 100 km da Kiev, in Ucraina, all’epoca una delle repubbliche dell’Unione Sovietica.

L’esplosione liberò nell’atmosfera una quantità altissima di radiazioni.

Nei giorni seguenti, molti paesi vicini all’Unione Sovietica come Pripyat, rilevarono una quantità insolitamente alta di radiazioni, ma i sovietici, almeno all’inizio, rifiutarono ogni responsabilità per l’accaduto non facendo evacuare nessuno.

A distanza di decenni, è ancora difficile stabilire quante persone sono morte o moriranno a causa dell’esplosione di Chernobyl: l’incidente nucleare più grave mai accaduto nella storia.

La notte fatale

Le esplosioni di Chernobyl furono due, entrambe terribili. Avvennero nel cuore della notte, mentre un gruppo di ingegneri stava effettuando un delicato test di sicurezza.

Scopo del test era quello di verificare se il sistema di raffreddamento del reattore numero 4 potesse funzionare in caso di carenze di energia elettrica.

Condizioni simili avrebbero potuto verificarsi in caso di attacchi nemici, che anche negli ultimi anni di guerra freddaerano una possibilità da non sottovalutare: nel 1981 in Iraq, ad esempio, un altro reattore nucleare costruito dai sovietici era stato bombardato dallo stato di Israele.

Per effettuare il test, era necessario diminuire fortemente la potenza del reattore, senza mai scendere però al di sotto di una soglia di energia minima: in quel caso il reattore sarebbe diventato fortemente instabile.

Nonostante ciò, si decise di procedere ad una potenza molto più bassa di quella prevista dal regolamento.

Alle ore 1.23 di notte, a causa del calo di energia della turbina, l’acqua che serviva a raffreddare il reattore evaporò.

A questo punto, gli ingegneri attivarono il dispositivo di emergenza, non riuscendo più tuttavia a recuperare il controllo del reattore: la potenza iniziò ad aumentare a dismisura, fino diventare circa 100 volte superiore rispetto alla norma.

Fu l’inizio della fine.

I danni causati dall’esplosione del reattore 4

La zona centrale evacuata – MeteoWeek.com

Il disastro di Chernobyl rilasciò una quantità di radiazioni elevatissima: almeno 100 volte di più rispetto alle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki.

Il fall-out nucleare si depositò in gran parte dalle parti della cittadina di Chernobyl, ma anche in altre parti dell’Ucraina, in Bielorussia, ed in Russia.

Pure in Italia lo stato d’emergenza si attivò. La zona intorno a Chernobyl venne abbandonata da più di 350.000 persone, ma milioni di altri abitanti decisero di non evacuare la zona.

Le conseguenze su natura e salute furono disastrose e, ancora oggi, le persone ne pagano le conseguenze: impossibile contare quanti morti di tumore, quanti bambini già ammalati nell’utero delle madri, quante malattie scoppiarono di punto in bianco.

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Chernobyl oggi: cos’è successo

Il sarcofago che “protegge” il reattore di Chernobyl – MeteoWeek.com

Un anno dopo l’incidente, venne costruito attorno al reattore una sorta di sarcofago, che però ha lasciato passare dell’acqua piovana, acqua che rallenta i neutroni e aumenta la probabilità di uno scontro con l’uranio, quindi di generarne altri a catena attraverso la fissione del nucleo dell’uranio.

Per lungo tempo, a causa di forti piogge, il contatore dei neuroni segnava picchi, ma poi tornava ai livelli normali.

Purtroppo in alcuni punti i neutroni hanno ricominciato a crescere, arrivando quasi a raddoppiare in quattro anni, in corrispondenza della stanza 305/2.

L’ipotesi è quella che con l’asciugarsi dell’Fcm, siano più facili gli scontri fra neutroni e atomi di uranio.

Se così fosse, la reazione di fissione potrebbe accelerare anche esponenzialmente, arrivando a rilasciare energia nucleare in modo non controllato.

“Ci sono molte incertezze”, afferma Maxim Saveliev di ISPNPP. “Ma non possiamo escludere la possibilità di un incidente.

Il conteggio dei neutroni sta aumentando lentamente, dice Saveliev, suggerendo che i manager hanno ancora qualche anno per capire come soffocare la minaccia.

Senza contare le foreste attorno a Chernobyl, che hanno cominciato a bruciare.

Sembra un brutto incubo.

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