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L’IA di Google “sbarca” nel mondo del calcio: avviati i test con il Liverpool

Google porta la sua IA nel mondo del calcio: stretto un accordo con il Liverpool per creare un assistente virtuale dell’allenatore. Un’analisi dietro le quinte che potrebbe cambiare radicalmente il modo di “osservare” lo sport più famoso al mondo

DeepMind, azienda inglese specializzata in intelligenza artificiale, acquisita da Google nel 2014 – MeteoWeek.com

È ormai un fenomeno sotto gli occhi di tutti: negli ultimi anni, la tecnologia ha fatto prepotentemente irruzione nel mondo del calcio. Se contribuirà ad evolverlo in positivo o in negativo è ancora troppo presto per dirlo, ma è chiaro che termini come goal-line technology, VAR, algoritmi e l’intelligenza artificiale sono finiti nel giro di poco tempo tra le parole di uso comune associate al mondo del pallone.

Ma il passo successivo potrebbe essere già pronto, grazie al contributo di un colosso tecnologico mondiale come Google. Infatti, tramite DeepMind (controllata da Alphabet e con sede nel Regno Unito) l’azienda sta esplorando i benefici che l’intelligenza artificiale può dare quando applicata al mondo del calcio. Da sempre, DeepMind è specializzata nello sviluppo dell’IA, e grazie ai suoi progetti lungimiranti è stata acquista da Google nel 2014.

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Ad aiutare Google e DeepMind nel loro progetto sta contribuendo una società di tutto rispetto come il Liverpool Football Club, squadra 6 volte campione d’Europa e vincitrice del campionato inglese per ben 19 volte, l’ultima nella stagione 2019-2020. Tuttavia, il celebre club inglese non è stato scelto casualmente: il fondatore di DeepMind, Demis Hassabis, è un gran tifoso della squadra e perciò il Liverpool è il primo club a cui è stato chiesto di collaborare al progetto. Ma vediamo un po’ più nel dettaglio di cosa si tratta.

Google porta la sua IA nel calcio: i campi di applicazione

Alcuni dei parametri presi in esame da DeepMind – MeteoWeek.com

In breve, l’obiettivo di Google è quello di sfruttare l’IA per creare un assistente virtuale dell’allenatore. Nessuna volontà di sostituire i “coach”, quindi, ma quella di sviluppare dei sistemi che esaminino il maggior numero di variabili e assistano il ruolo del numero uno della panchina.

A tal fine, il Liverpool ha fornito tutte le informazioni raccolte in ciascuno dei match disputati in Premier League tra il 2017 ed il 2019. Una mole incredibile di dati, se si considera che nel calcio di oggi vengono utilizzati parecchi strumenti per monitorare il maggior numero di aspetti possibili. Dall’analisi dei dati, finora è emerso che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata per prevedere le conseguenze di una variazione tattica o come possa variare il gioco e la manovra avversaria con la mancanza di un uomo chiave.

O ancora, fornire informazioni più precise sui calci di rigore: i ricercatori di DeepMind hanno infatti analizzato oltre 12.000 tiri dal dischetto assegnati in tutta Europa nelle ultime stagioni, scoprendo delle abitudini legate al ruolo in campo (ad esempio, gli attaccanti tirano più spesso nell’angolo basso a sinistra rispetto ai centrocampisti) o al piede forte.

Ma l’aspetto più interessante per allenatori e team manager è lo sviluppo di un modello basato sull’IA che analizzi determinati parametri sui calciatori, che fornisce indicazioni relative a forza e stato di forma. In questo modo, l’allenatore e il suo staff potrebbero decidere di “far riposare” determinati calciatori per una partita o un certo periodo, in modo da ridurre il rischio di infortuni.

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I tempi di attesa

Se vi state chiedendo quanto ci vorrà per vedere i frutti dell’IA di Google nel mondo del calcio, i responsabili di DeepMind affermano che non ci saranno rivoluzioni nel breve periodo: “Dubitiamo che i frutti di ciò che stiamo facendo arriveranno tra sei mesi o un anno, ma tra circa cinque anni alcuni degli strumenti che stiamo sviluppando avranno raggiunto un buon livello di maturazione e potrebbero essere pronti per consigliare gli allenatori sugli errori chiave commessi durante una gara o sulle variazioni che potrebbero migliorare il gioco”.

Federico Mirra

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Federico Mirra

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