IBM sviluppa il primo chip a 2 nanometri: tutti i vantaggi del suo utilizzo

IBM ha annunciato lo sviluppo del primo chip al mondo basato sulla tecnologia a 2 nanometri: contiene fino a 50 miliardi di transistor in uno spazio grande quanto un’unghia. Ecco tutti i vantaggi che derivano dal suo utilizzo

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Il laboratorio e centro di ricerca IBM di Albany, nello Stato di New York – MeteoWeek.com

Nei suoi laboratori di ricerca di Albany, IBM ha “sfornato” il primo chip basato su transistor delle dimensioni di 2 nanometri (nm). Un segnale importante da parte dell’azienda statunitense, che giunge nel pieno della crisi globale dei semiconduttori. Soltanto quattro anni fa IBM aveva già messo a punto il design a 5 nm. Rispetto ai più avanzati chip a 7 nanometri, queste nuove componenti potranno migliorare le prestazioni del 45% e ridurre il consumo di energia del 75%, afferma la società. Numeri interessanti, che potrebbero dar vita a molti scenari. Scopriamoli.

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IBM e il primo chip al mondo a 2 nanometri: i vantaggi del suo utilizzo

Nelle sue componenti più minuscole, l’inedita tecnologia a 2 nanometri è visibile soltanto con un microscopio elettronico, e permette di contenere fino a 50 miliardi di transistor in un chip grande quanto un’unghia. Chiaramente, una simile densità potrà aumentare di molto la capacità di calcolo dei vari dispositivi. Ad esempio, come riportato da Engadget, il system on a chip a 7 nanometri Apple A13 Bionic utilizzato nell’iPhone 11 contiene fino a 8,5 miliardi di transistor, mentre il Kirin 990 utilizzato da Huawei per il 5G arriva a 10 miliardi.

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Il wafer di chip a 2 nanometri sviluppato da IBM – MeteoWeek.com

Secondo IBM, i dispositivi mobili dotati di processori a 2 nm potrebbero garantire una durata della batteria fino a quattro volte superiore rispetto a quelli con chipset a 7 nm. Ma non solo: i laptop otterrebbero un notevole aumento di velocità e i veicoli a guida autonoma potranno rilevare e reagire agli ostacoli con ancora più rapidità. Inoltre, della nuova tecnologia a 2 nm beneficeranno anche le aziende che si dedicano all’esplorazione spaziale, al calcolo quantistico, all’intelligenza artificiale, ai sistemi crittografici di cybersecurity e alle connessioni di nuova generazione (5G e 6G). Insomma, i campi di applicazione sono molti e questa innovazione sembra portare con sé soltanto lati positivi in vista del futuro.

Un settore sempre più avanzato

Al momento, il più grande concorrente per IBM è Qualcomm, che ha prodotto il suo chipset Snapdragon 888 basandosi sulla tecnologia 5 nm di Samsung. Più staccata Intel, che (probabilmente) inizierà a rilasciare processori a 7 nm dal 2023 e attualmente utilizza chip da 10 o addirittura 14 nm. Tuttavia, i chip Intel tendono ad avere una densità di transistor maggiore rispetto a quella dei suoi rivali sul mercato.

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Naturalmente, annunciare lo sviluppo del primo chip a 2 nm è un passo importante, ma per la loro produzione su larga scala sarà necessario attendere svariati anni. Intanto, la prima offerta commerciale di IBM basata sugli avanzamenti dei chip a 7 nanometri verrà lanciata durante il 2021 con la CPU Power10, presentata lo scorso agosto.