Un team di ricerca del Politecnico di Milano ha portato a termine un esperimento, che dimostra la possibilità di produrre acqua sulla superficie della Luna. Il progetto in questione è partito dall’Agenzia Spaziale Europea con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana e rientra nel più ampio programma di futura colonizzazione umana della Luna
L’inizio di questo nuovo decennio sembra aver gettato delle ottime basi per quanto riguarda le esplorazioni spaziali. La NASA infatti ha appena fatto approdare su Marte il rover Perseverance accompagnato da Ingenuity, primo elicottero comandato a distanza in un pianeta diverso dal nostro. La missione, denominata Mars 2020, è stata avviata allo scopo di cercare eventuali tracce biologiche sul Pianeta Rosso, sia attuali sia del passato, ed è condotta in modo parallelo alla missione Mars Science Laboratory tutt’ora attiva su Marte con il rover Curiosity.
Gli studi spaziali però non si stanno concentrando soltanto sull’utilizzo di rover, satelliti o altri macchinari, bensì anche sulle future esplorazioni umane dello spazio. L’approdo dell’essere umano su un altro pianeta, come è già avvenuto sulla Luna, darebbe un aiuto molto importante alle ricerche grazie all’intervento diretto, che rende ogni missione più flessibile e semplice da portare a termine.
Dopo aver scoperto la possibilità di produrre ossigeno su Marte, i ricercatori del Politecnico di Milano hanno studiato la possibilità di produrre acqua sulla Luna, aprendo così le porte ad una eventuale colonizzazione umana.
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La “conquista” della Luna passa dalla produzione di acqua sul suolo del satellite
Il Politecnico di Milano e OHB Italia hanno condotto uno studio nell’ambito di un progetto dell’Agenzia Spaziale Europea, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana, dal quale sono emerse le condizioni idonee alla produzione di acqua sul suolo della Luna.
Per condurre l’esperimento i ricercatori hanno studiato una sabbia simile a quella presente sul suolo lunare, composta di regolite. Tramite una reazione chimico-fisica è stato possibile estrarre ossigeno dagli ossidi presenti in questo materiale, con la conseguente produzione di acqua.
Il processo renderebbe le esplorazioni lunari molto più semplici, dato che permetterebbe di svincolare gli astronauti dalla necessità di rifornimenti dalla Terra. I benefici che ne conseguono sono molteplici, e porterebbero ad una effettiva possibile colonizzazione umana del satellite con la creazione di basi lunari.
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Il futuro delle esplorazioni spaziali sulla Luna
La scoperta è rivoluzionaria al pari di quella condotta nell’ambito della produzione di ossigeno su Marte, e apre una nuova era nell’ambito delle esplorazioni lunari. Come spiegato dalla professoressa Michèle Lavagna, a capo del progetto di ricerca, l’esperimento getta le basi per un futuro promettente: “Il risultato ottenuto dal Politecnico di Milano e da OHB Italia apre nuove stimolanti prospettive nell’ambito dell’esplorazione lunare e di una presenza umana permanente e sostenibile. Si tratta di un processo che presenta elementi innovativi di matrice squisitamente italiana che pone il nostro Paese in una posizione di rilevanza internazionale nello scenario delle prossime attività di esplorazione umana extra-terrestre”.
Fonte: AGI