Trentacinque anni fa l’Italia si collegò a Internet per la prima volta grazie a un gruppo pionieri del Cnuce-Cnr di Pisa.
Trentacinque anni fa l’Italia si collegò per la prima volta a Internet, tra i primi paesi in Europa, grazie ad un gruppo di pionieri.
Era il 30 aprile del 1986: il segnale partì dal Centro universitario per il calcolo elettronico del Cnr di Pisa (Cnuce) e arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania,che già nel 1974 era passato al Consiglio Nazionale delle ricerche, quando Blasco Bonito, uno dei ricercatori italiani che si collegarono alla Rete Arpanet (progenitrice di Internet) negli Stati Uniti, lanciò il comando “ping” e ricevette in risposta l’”Ok” dagli Usa.
Un gesto che ha cambiato la storia ma, che ai tempi, era rimasto sepolto.
Perchè?
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I ricercatori del Cnr di Pisa lavoravano da tempo alle reti di computer e ne studiavano le interconnessioni e per questa ragione, chiesero di collaborare al progetto sperimentale di Internet, che collegava già Università e molti centri di ricerca e militari negli Stati Uniti.
Fino ad allora, l’unico mezzo di comunicazione era la mail, che dialogava con un proprio standard e viaggiava su reti informatiche chiuse e in tempi ridotti.
Protagonisti di quell’evento furono Stefano Trumpy, al tempo direttore del Cnuce; Luciano Lenzini, appassionato scienziato e ‘architetto’ del progetto, ma anche Antonio Blasco Bonito e Marco Sommani, cuore tecnico di quell’avventura. Il progetto fu realizzato in sinergia tra Cnr-Cnuce, Italcable e Telespazio; per il collegamento fu usata la rete satellitare atlantica Satnet.
La spinta sull’acceleratore della ricerca la diede la necessità di uno scambio di informazioni e di dati in tempi più rapidi, e questo poteva essere garantito soltanto attraverso un collegamento a una rete telematica mondiale.
Con il collegamento a Internet del 1986, l’Italia riuscì a comunicare attraverso il protocollo Tcp/Ip, unico standard informatico della rete mondiale.
E per questo bastò un “ping”, il messaggio lanciato dalla sede del Cnuce-Cnr di Pisa grazie a un “Butterfly Gateway”, una sorta di grande router, fornito dal Governo americano.
Un fatto straordinario, che oggi avrebbe occupato tutte le prime pagine dei giornali, ma che allora fu del tutto ignorato dalla stampa, presa probabilmente da altri fatti di cronaca, uno per tutti il disastro nucleare di Chernobyl, che aveva scosso l’intera Europa qualche giorno prima.
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Quello fu l’inizio di una rivoluzione, che avrebbe stravolto le nostre vite e che ne avrebbe condizionato il futuro.
Basti pensare alle comodità che Internet comporta tutti i giorni nella nostra vita quotidiana.
L’anno successivo, nel 1987 il Cnr registrava il primo dominio italiano, “cnuce.cnr.it” e così nasceva il Registro .it, l’anagrafe dei nomi Internet italiani, tuttora gestito dall’Istituto di informatica e telematica del Cnr di Pisa.
Oggi conta oltre 3 milioni e 400mila domini: il .it e nel 2020, anno della pandemia, ha visto un boom di registrazioni del 13,2% in più rispetto al 2019.
Buon compleanno Internet. Senza di te saremmo persi!
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