Contraffazione sui social, Facebook e Gucci avviano una causa congiunta

Facebook e Gucci si uniscono nella lotta contro la contraffazione, avviando una causa congiunta nei confronti di una donna che ha utilizzato le piattaforme social per vendere prodotti non autentici

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Gucci si unisce a Facebook per combattere la contraffazione – MeteoWeek.com

Come molti sapranno, il fenomeno della contraffazione è sempre più diffuso in tutto il mondo: a rimetterci sono soprattutto i grandi marchi, che vendono i propri prodotti di qualità a prezzi superiori rispetto alla concorrenza. Per questo, soprattutto nei paesi dell’est, vengono realizzati e distribuiti ogni giorno migliaia di capi non autentici, che vengono poi venduti a prezzi accessibili. Una delle grandi firme che a causa di questo fenomeno stanno subendo dei notevoli danni di immagine è Gucci: gli abiti della casa di moda fiorentina sono infatti molto ricercati in tutto il mondo e per questo vengono costantemente contraffatti.

Tuttavia, ai contraffattori la società ha deciso di lanciare un segnale forte e chiaro, alleandosi con un partner esclusivo: Facebook. Infatti, il gigante dei social network sta collaborando con il famoso marchio di moda italiano nel tentativo di “ripulire” le sue piattaforme, le quali vengono ampiamente utilizzate per la vendita di merce contraffatta. A tal fine, nella giornata di lunedì, Facebook e Gucci hanno intentato una causa congiunta nei confronti di una donna per violazione dei termini di servizio e delle condizioni d’uso di Facebook e Instagram; nonché per violazione dei diritti di proprietà intellettuale di Gucci, contraffazione dei marchi Gucci e concorrenza sleale.

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Facebook e Gucci insieme contro la contraffazione: la causa nel dettaglio

Più precisamente, la causa è stata presentata al Tribunale distrettuale nord della California e vede coinvolti Gucci America, Facebook Inc. e una donna russa, residente a Mosca. Quest’ultima sarebbe infatti al centro di un traffico di merci contraffatte illegali che l’ha vista utilizzare le piattaforme Facebook e Instagram per promuovere la loro vendita. Tra i capi contraffatti rientrerebbero borse, scarpe, abbigliamento e accessori a marchio Gucci. Nella denuncia di contraffazione e violazione del marchio appena presentata, Facebook e Gucci affermano che almeno dall’aprile 2020 e fino al 26 aprile 2021, la donna ha utilizzato più account Facebook e Instagram per promuovere i suoi negozi online “brends-msk.ru”, “lux-prime.ru” e “agentromanova.ru”, tramite i quali ha venduto una serie di articoli firmati 100% contraffatti.

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Uno dei tanti profili Instagram dimostratosi riconducibile all’imputata, utilizzato per vendere merce contraffatta a marchio Gucci – MeteoWeek.com | fonte: The Fashion Law

Ad avvisare Facebook dell’attività illecita della donna russa è stata proprio Gucci: la società di Mark Zuckerberg ha poi riferito che dal 2015 avrebbe addirittura disabilitato ben 160 account Facebook e Instagram riconducibili alla donna e rimosso oltre 25 post da lei pubblicati che pubblicizzavano prodotti contraffatti. Data la sua recidività, Facebook ha quindi deciso di passare alle maniere forti. Va detto che la casa di moda era a conoscenza da tempo delle attività della donna: già lo scorso anno uno degli agenti di Gucci ha acquistato una serie di prodotti da lei spacciati come autentici, confermando poi che ciascuna di quelle merci era contraffatta.

L’impegno di Gucci per contrastare il fenomeno

L’impegno del team di Gucci riguardo la proprietà intellettuale ha portato, solo nel 2020, alla rimozione di oltre 4 milioni di annunci di prodotti contraffatti online su varie piattaforme; al sequestro di 4,1 milioni di prodotti contraffatti offline e alla disattivazione di 45 000 siti web, account e pagine sui social media.

Tali sforzi – spiega l’azienda fiorentina – sono volti a preservare il patrimonio creativo di Gucci e al tempo stesso a tutelare i clienti, che devono essere messi nelle condizioni di avere certezza dell’autenticità dei prodotti Gucci e di non rischiare di acquistare prodotti contraffatti”. La causa “si inserisce all’interno di un solido piano strategico mirato al rispetto della proprietà intellettuale“, aggiunge, messo in atto per contrastare la violazione dei propri diritti sia online che offline ad ogni livello, partendo dalla produzione e distribuzione fino alla promozione e vendita.

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Il Gruppo Facebook (proprietario anche di Instagram), da parte sua, ricorda come i propri termini di servizio vietino rigorosamente la violazione dei diritti di proprietà intellettuale, compresa la vendita o la promozione di prodotti contraffatti. La collaborazione con vari brand (come Gucci) è sicuramente importante al fine di individuare le violazioni: infatti, nel 2020, Facebook ha dichiarato di aver rimosso più di un milione di contenuti sulla base di migliaia di segnalazioni da parte di vari brand della moda.

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