Lenti a contatto del futuro. Analizzando le lacrime potranno aiutare a diagnosticare diverse malattie. E saranno utili anche per somministrare i farmaci.
La tecnologia sta andando talmente avanti che, in futuro, avremo a disposizione lenti a contatto “intelligenti” in grado di diagnosticare e curare le malattie dell’occhio e non solo.
Lenti così intelligenti da mandare un avviso per il problema, prima ancora di andare dal medico per un controllo.
C’è chi le usa perché si trova meglio che con gli occhiali, chi per correggere anomalie visive altrimenti non trattabili, chi a scopo estetico per cambiare il colore dell’iride: le lenti a contatto di oggi sono dispositivi medici, accessori e non solo.
Ne sono convinti gli scienziati del Center for OcularResearch&Education (CORE) dell’Università di Waterloo che, in uno studio pubblicato in un’edizione speciale della rivista ContactLens&Anterior Eye (rivista della British Contact Lens Association), hanno esaminato i progressi compiuti fino a questo momento.
Un’altra frontiera è quella delle lenti a contatto per il trattamento di alcune patologie oculari.
Si parla in questo caso di teranostica, una disciplina multisettoriale in cui si combina un intervento diagnostico con quello terapeutico. L’applicazione potrebbe riguardare la sindrome dell’occhio secco, il glaucoma, le infezioni, le allergie.
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I ricercatori hanno condotto una review di vari studi, elencando una serie di tecnologie che potrebbero contribuire all’evoluzione delle lenti a contatto: nuovi biomateriali, nanotecnologie, design ottici unici, agenti antibatterici, biosensori e batterie miniaturizzate per lenti a contatto.
“Ci sono diverse tecnologie che stanno plasmando il futuro delle lenti a contatto” afferma Lyndon Jones, direttore del CORE “alcune delle quali mostrano il loro potenziale in prototipi in fase di sviluppo, mentre altre sono già disponibili in commercio”.
Il lavoro del team di Jones fornisce la più ampia analisi mai condotta sugli avanzamenti degli studi e delle applicazioni delle lenti a contatto del presente e del futuro.
Per esempio, se oggi esistono (e sono già sul mercato) modelli di lenti a contatto che monitorano l’evoluzione della miopia.
Già approvato è anche l’uso di lenti a contatto che misurano cambiamenti della pressione intraoculare dalla forma della cornea e che servono per monitorare il glaucoma, la prima causa di cecità al mondo.
Ma anche malattie apparentemente non collegate agli occhi potrebbero essere scoperte con le lenti a contatto.
Per gli scienziati tutto questo porterà allo sviluppo di lenti a contatto “smart” che potrebbero diagnosticare e curare malattie dell’occhio, come il glaucoma e la sindrome dell’occhio secco, oppure patologie come il diabete e il cancro.
Quindi, le nuove lenti avranno un compito in particolare: da un lato saranno in grado di monitorare parametri indicativi dello stato di salute e dall’altro potrebbero rilasciare farmaci consentendo un dosaggio più accurato.
“Queste tecniche e i relativi progressi apriranno opportunità legate alla teranostica, un campo medico multidisciplinare che combina terapia e diagnostica” osserva ancora Jones “ma non solo. Sono infatti in via di sviluppo anche lenti associate a display, che potrebbero rendere possibili movimenti e interazioni con la realtà in modi precedentemente sconosciuti, sostituendo o integrando l’esperienza sugli schermi tradizionali”.
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Anche la vista ovviamente potrà trarne beneficio. Le lenti del futuro potrebbero essere su misura. Questi prodotti potrebbero correggere difetti e imperfezioni della vista sulla base della forma della cornea del paziente, andando oltre il prodotto standardizzato, uguale per tutti i pazienti.
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