Coinbase sbarca a Wall Street: un altro passo avanti per le criptovalute

Nelle prossime ore, Coinbase sbarcherà a Wall Street con una valutazione complessiva di 65,3 miliardi di dollari: ecco tutti gli scenari che si aprono. E intanto il Bitcoin tocca il suo massimo storico

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Coinbase sbarca a Wall Street: sarà quotata al Nasdaq – MeteoWeek.com

Dopo la conferma dello sbarco di Coinbase a Wall Street, il Nasdaq le ha attribuito un prezzo di riferimento di 250 dollari ad azione, per una valutazione complessiva di circa 65,3 miliardi di dollari. La quotazione in borsa della società con sede a San Francisco è una chiara dimostrazione dell’importanza che stanno assumendo le criptovalute ma non solo: è un’occasione per creare un congiungimento tra la finanza tradizionale e il mondo crypto.

Coinbase, infatti, opera scambio di criptovalute (come Bitcoin ed Ethereum) e altri beni digitali con valute di corso legale in 32 nazioni, oltre a transazioni Bitcoin in 190 paesi. Anche per questo, molti analisti vedono nella quotazione diretta di Coinbase quel passo decisivo per l’accettazione da parte del grande pubblico delle criptovalute. Intanto, come immaginabile, sulla scia di questa notizia il valore delle monete digitali vola: il Bitcoin ha infatti toccato il suo massimo storico di 64.500 dollari, equivalenti a 54.000 euro. Si tratta dell’ennesimo picco per la criptovaluta più famosa al mondo, cresciuta del 450% in sei mesi e il cui valore è più che raddoppiato dall’inizio del 2021. Ma anche Ethereum ha fatto registrare un nuovo record, toccando i 2.400 dollari.

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Coinbase e il suo sbarco a Wall Street: gli scenari

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Fin dalla sua nascita, Coinbase opera scambio di criptovalute e altri beni digitali con valute di corso legale – MeteoWeek.com

Chiaramente, lo scetticismo e le perplessità nei confronti delle criptovalute non sono mai mancate, soprattutto da parte delle autorità di regolamentazione globali, che ne temono opacità e volatilità. Tuttavia, secondo gli analisti, l’estrema volatilità del Bitcoin sta venendo meno, rendendola una valuta più affidabile: “Il basso tasso di volatilità degli ultimi 30 giorni mostra come il Bitcoin è ormai pronto a uscire dalla gabbia e continuare la sua corsa verso i 10.000”, affermano.

Inoltre, anche le banche stanno progressivamente abbassando la guardia: tra queste rientrano Goldman Sachs e JPMorgan, che hanno già annunciato piani per offrire criptovalute ai propri clienti anche alla luce della curiosità e della domanda sostenuta. E, va detto, anche nel grande esercito degli scettici – guidato dalle autorità dei vari paesi – iniziano ad esserci dei “disertori”, in quanto le valute digitali stanno ormai tentando diversi governi, come ad esempio la Cina. Sembra infatti che Pechino stia lavorando al suo yuan digitale (che sarebbe controllato dalla Banca Centrale) con l’intento di posizionarlo per un uso internazionale, sfidando di fatto il dollaro.

La FED (Federal Reserve System, Banca Centrale degli Stati Uniti), invece, sul dollaro digitale procede con cautela: “non c’è nessuna fretta per adottarlo“, ripete da tempo il suo presidente Jerome Powell, assicurando che la Banca Centrale statunitense non adotterà il dollaro digitale “senza aver ricevuto l’appoggio del Congresso”.

Intanto, le criptovalute attendono e si godono lo sbarco a Wall Street di Coinbase. Fondata nel 2012, la società californiana stima di chiudere il primo semestre dell’anno con un utile tra i 730 e gli 800 milioni di dollari, più del doppio di quanto guadagnato in tutto il 2020. Conti in forte crescita ma che presentano per gli investitori un dilemma: sono l’inizio di una corsa o soltanto una fiammata temporanea? Il fatturato della società è legato alle commissioni raccolte quando gli utenti vendono o acquistano Bitcoin e, quindi, l’andamento del prezzo dei titoli della società potrebbe dipendere da quello della moneta virtuale, nota per la sua volatilità.

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Anche se, come detto prima, riguardo la volatilità gli analisti hanno un parere diverso e fiducioso. Ma bisogna considerare anche un altro aspetto: la concorrenza. Un suo aumento nel comparto potrebbe infatti innescare una corsa al ribasso e quindi mettere sotto pressione i ricavi. Scelta difficile insomma, ma si sa, nulla è certo quando si parla di criptovalute.