Google ha deciso di abbassare le commissioni per i propri sviluppatori. La misura entrerà in vigore sul Play Store a partire da luglio e consentirà ai developer di pagare commissioni pari al 15%, fino al primo milione di entrate: la metà del valore attuale pagato
Sviluppare un’applicazione su Android è pane quotidiano per chi lavora nell’ambito della programmazione e dello sviluppo di software. Il sistema operativo mobile di Google consente ai developer di esprimere tutto il proprio potenziale e di “vendere” la propria app (gratuitamente o a pagamento) tramite il portale Play Store, l’equivalente di App Store su dispositivi Apple.
Naturalmente ciò non viene concesso a priori a chiunque, ma è necessario superare alcune “barriere” tra cui le commissioni da pagare all’azienda per poter avere accesso alla pubblicazione. E proprio questa “barriera” sarà superata, almeno in parte, con le politiche di recente annunciate da Google stessa e che entreranno in vigore ben presto.
Google: un aiuto agli sviluppatori, commissioni ridotte al 15%
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Google ha voluto a tutti gli effetti tendere la mano agli sviluppatori. Ha annunciato infatti che a partire da luglio la società ridurrà al 15% le commissioni sulle proprie applicazioni: una soglia ridotta esattamente della metà. Questo, però, non sarà permanente: varrà soltanto per il primo milione di entrate, dopodiché la tariffa tornerà al valore standard del 30% come in precedenza.
Sameer Samat, VP e Product Management di Google, si è così espresso in merito alla nuova politica annunciata dall’azienda di Mountain View: “Con questa modifica, il 99% degli sviluppatori a livello globale che vende beni e servizi digitali con il Play Store, vedrà una riduzione del 50% delle commissioni. Si tratta di fondi che possono aiutare gli sviluppatori a crescere in una fase critica assumendo più ingegneri, aumentando il personale di marketing, aumentando la capacità del server e altro ancora”.
Un dibattito acceso
A dir la verità, la questione sulle commissioni per i pagamenti rappresenta un dibattito acceso da tempo nel mercato tecnologico e non solo. Anzitutto, la decisione di Google va di pari passo con quella di Apple, adottata qualche mese fa (più precisamente a dicembre), che ha agito in un modo molto simile. La differenza sta nel fatto che la società di Cupertino ha deciso di ridurre le tariffe soltanto per gli sviluppatori che fatturano meno di un milione all’anno: Google ha proceduto “al contrario”, proponendo la riduzione fino al raggiungimento del primo milione di fatturato.
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Ma il dibattito si inserisce anche nel “polverone” sollevato da Epic Games, azienda sviluppatrice di Fortnite nonché della sua piattaforma Epic Games Store. L’azienda ha reso noto come vi siano squilibri nelle commissioni e nelle tariffe sui pagamenti tramite store digitali, e proprio per questo ha aperto un contenzioso con Apple e Google introducendo un sistema di pagamento proprietario all’interno del proprio portale, in grado di “aggirare” le percentuali trattenute dai negozi digitali ufficiali.