Google fa marcia indietro: su Foto sconsiglia compressione in “alta qualità”

Google avverte alcuni utenti, sconsigliando di utilizzare su Foto la compressione in “alta qualità” delle immagini. Un dietrofront inaspettato, con l’ombra di un secondo fine che lascia alcuni dubbi

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Google Foto, servizio di gestione di immagini disponibile dal 28 maggio 2015 – MeteoWeek.com

Qualche giorno fa, alcuni utenti di Google Foto si sono visti recapitare una e-mail dalla stessa azienda di Mountain View, indicante le nuove funzionalità premium disponibili esclusivamente per i clienti Google One. Tuttavia, come riportato da Forbes, l’e-mail conteneva anche una sezione sorprendente, nella quale Google incoraggia gli utenti di Foto a preferire le immagini di “qualità originale” rispetto a quelle compresse ad “alta qualità”. Infatti, secondo l’azienda, “Le foto in qualità originale conservano il maggior numero di dettagli e ti consentono di ingrandire, ritagliare e stampare le foto con meno pixel”. Una affermazione sicuramente veritiera, sebbene in contrasto con ciò che Google aveva annunciato in passato riguardo la propria opzione di “alta qualità”. Nel 2015, il creatore di Google Foto Anil Sabharwal aveva infatti promesso che i caricamenti in alta qualità avrebbero offerto “una qualità visiva quasi identica rispetto alle foto originali”.

Google e il dietrofront nei confronti della compressione delle immagini in “alta qualità”

Di fatto, Google “volta le spalle” ad una funzionalità promossa per anni, sconsigliando di utilizzarla. A conferma della propria nuova linea, il colosso tecnologico ha inoltre pubblicato un’immagine – visibile sotto – che rende ben chiara la differenza tra la qualità originale e l’alta qualità.

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L’immagine esemplificativa mostrata da Google: a sinistra in qualità originale e a destra compressa in “alta qualità” – MeteoWeek.com | fonte: Google

Ma perché questa differenza è diventata così evidente, tanto da dover recapitare agli utenti una mail di avviso? Semplice, le immagini in alta qualità sono limitate a 16 megapixel per le foto o alla risoluzione 1080p per i video, e possono essere archiviate gratuitamente sul servizio fino a giugno 2021. I caricamenti in qualità originale, invece, non sono caratterizzati da un “limite” di risoluzione: le moderne fotocamere montate oggi sugli smartphone offrono opzioni ad alta risoluzione che spesso e volentieri raggiungono almeno i 64 MP, generando una differenza evidente. Questi file, però, essendo più grandi, sono più “ingombranti” e richiedono l’acquisto di un piano di archiviazione Google One una volta esauriti i primi 15 GB di spazio gratuito.


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Una mossa con un secondo fine?

Nel maggio 2015, ovvero quando Google ha lanciato Foto e l’opzione alta qualità, le fotocamere erano sicuramente molto meno performanti, e la differenza non poteva essere colta in modo così evidente. Ma un dubbio nelle menti degli utenti tuttavia permane: preferendo la qualità originale lo spazio di archiviazione termina molto più in fretta; che sia quindi un “avvertimento mascherato” finalizzato a spingere gli utenti di Foto all’acquisto di spazio aggiuntivo? Forbes è assolutamente convinta che il fine sia proprio questo: “Google vuole che vediamo un’enorme differenza di qualità tra le due opzioni e che siamo quindi disposti a pagare un extra per questo. Sembra che la “qualità originale” sia improvvisamente diventato qualcosa per cui dovremmo essere tutti disposti a pagare un extra“.

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