In segno di protesta, il gruppo newyorkese MSCHF ha montato sulla schiena di Spot un fucile da paintball, dando vita all’evento interattivo “Spot’s Rampage”. Ecco di cosa si è trattato
Poco tempo fa avevamo parlato di Spot, l’ormai celebre robot quadrupede prodotto dalla Boston Dynamics. Egli, dotato di un braccio ormai disponibile in commercio e che gli permette di interagire con l’ambiente circostante in modo semi-autonomo, torna a far parlare di sé a causa di un evento molto particolare.
Ma, prima, è necessario parlare del curioso gruppo newyorkese MSCHF. Questo nome significa “mischief”, ovvero “dispetto” o “birichinata”, ed è alla base di prodotti e progetti veramente assurdi, alcuni dei quali sono diventati virali su Internet. Tra questi – ad esempio – rientrano una bomba da bagno a forma di tostapane e delle scarpe da ginnastica contenenti acqua santa. L’ultima idea assurda di MSCHF ha invece come protagonista proprio il robot quadrupede di Boston Dynamics. Il gruppo non solo è riuscito a mettere le mani su uno Spot dal valore di 74.500 dollari, ma lo ha addirittura “attrezzato” con un fucile da paintball. A che scopo? Quello di protestare. Ma dato che MSCHF non è un gruppo come tutti gli altri, per farlo ha deciso di organizzare un evento intitolato “Spot’s Rampage”, nel quale il robot quadrupede ha sparato con il suo fucile dentro una finta galleria d’arte.
Lo Spot’s Rampage, svoltosi online nella giornata di mercoledì 24 febbraio, consisteva in una sessione di streaming online in cui i partecipanti si sono casualmente dati il cambio (ogni due minuti) nel controllare la creatura meccanica, il tutto con il prevedibile scopo di distruggere ogni elemento presente nella stanza. Boston Dynamics ha immediatamente criticato il progetto, definendolo “provocatorio” e dichiarando che il gruppo non avrebbe rispettato le clausole contrattuali, in quanto il contratto di Spot riporta che il robot “non può essere utilizzato per danneggiare cose o intimidire persone o animali”. Nelle sue FAQ, il gruppo newyorkese infatti scrive: “Abbiamo parlato con Boston Dynamics e detestavano questa idea. Hanno detto che ci avrebbero dato altri due Spot gratuitamente se avessimo rimosso il fucile. Questo ci ha fatto venire voglia di farlo ancora di più“.
Ma in cosa consiste la protesta? MSCHF ha dato vita a questo evento per “denunciare” i possibili usi militari di Spot e omologhi. Ovviamente l’azienda di robotica si discosta da una simile interpretazione, ma – come riportato da Lega Nerd – tuttavia va ricordato che Boston Dynamics riceve finanziamenti dalla DARPA, l’Agenzia governativa per la difesa militare statunitense, cosa che crea un certo paradosso ideologico. MSCHF, dal canto suo, è una socità nata originariamente per produrre pubblicità virale, e dato che i droni militari e le armi a controllo remoto esistono da decenni, non è chiaro se questa manovra sia da considerarsi una forma di sensibilizzazione o una trovata promozionale.
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Fatto sta che, sul sito, alla sezione “Ci sarà un perdente?”, MSCHF scrive: “Sarà la razza umana a perdere, quando i cani da guerra telecomandati diventeranno d’uso comune. Man mano che essi diventeranno punti saldi delle organizzazioni militari e della polizia militarizzata, impareremo un nuovo significato di paura: un oppressore che può premere il grilletto senza nemmeno bisogno di essere fisicamente presente”.
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