Non lontano dal Duomo di Milano, una “fabbrica” di Bitcoin estrae la famosa criptovaluta da ormai tre anni, al ritmo di un’unità al mese. Ma l’obiettivo è la quotazione in borsa
Senza dubbio, in questo inizio di 2021 il Bitcoin è il protagonista assoluto nei mercati finanziari. Il suo valore fa spesso notizia per i clamorosi record raggiunti e a dargli un’ulteriore spinta ci stanno pensando anche alcuni tra i più grandi colossi mondiali, come ad esempio Tesla.
Ma la criptovaluta non fa discutere solo all’estero: anche in Italia è più presente di quanto si pensi. Infatti, a pochi passi dal Duomo di Milano – più precisamente in Piazzale Biancamano 8 – è presente una vera e propria “fabbrica” di Bitcoin. Si chiama Criptomining ed è nata nel 2018, per merito del broker Matteo Moretti e del trader Elio Viola. Come deducibile dal nome, la società si occupa dell’estrazione (in inglese appunto “mining”) di criptovalute. Ad oggi, Criptomining è infatti in grado di estrarre un Bitcoin al mese, grazie ad una potenza di mining superiore ai 1000 TeraHash. Tuttavia, l’obiettivo dichiarato dalla società è quello di arrivare ad estrarne almeno tre al mese. Al momento, Criptomining fa affidamento su 26 dipendenti, ovvero 26 macchine Asic che lavorano 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Per raggiungere quota tre Bitcoin al mese sarà quindi necessario aumentare la “forza lavoro”, al fine di entrare in maniera sempre più “prepotente” nel cosiddetto blockchain, ovvero la rete del Bitcoin. Di fatto, il blockchain è la miniera dalla quale viene estratta la criptovaluta. Ma in che modo? Risolvendo complessi problemi computazionali. Ogni volta che un problema viene risolto nasce un Bitcoin, ovvero una sequenza di numeri e lettere che è riconosciuta come corretta dall’algoritmo originale ideato da Satoshi Nakamoto. Un lavoro duro e costoso (soprattutto sotto l’aspetto energetico), ma allo stesso tempo redditizio. Si, perché i “minatori” vengono remunerati dal sistema in Bitcoin, come affermato dallo stesso Moretti. In base ai valori attuali del Bitcoin, la società di Piazzale Biancamano guadagna circa 115 euro al giorno.
Come riportato da MSN News, la grande volatilità del Bitcoin sotto l’aspetto della quotazione, può mettere a dura prova il portafoglio di chi – su di esso – ha investito dei soldi. I due leader di Criptomining lo sanno bene: “Abbiamo cominciato con 60.000 euro, i nostri risparmi, spesi per le prime 12 macchine”, ha affermato Moretti. I due soci hanno visto il valore della regina delle monete virtuali schizzare a 20.000 euro; poi l’hanno visto crollare a 3.000. Per la loro miniera sono stati quindi tempi duri: rendeva una decina di euro al giorno e il costo per mantenere le macchine era nettamente superiore alle entrate.
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Oggi, grazie alle quotazioni record (un Bitcoin vale circa 44.000 euro), i due soci possono quindi tornare a sognare in grande. “Abbiamo un crowdfounding aperto per finanziare la crescita” dice Moretti. Esso consente – con un ingresso minimo di 250 euro – di diventare soci e partecipare al progetto mirato alla quotazione in borsa entro la fine del 2022 o alla vendita a un grosso player del settore. Ma non solo: Moretti promette che quando sarà passata l’emergenza Covid verranno organizzate delle visite guidate nella miniera di Piazzale Biancamano, per permettere a chi è lontano da questo mondo di conoscerlo un po’ meglio.
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