TrustPilot: nel 2020 rimosse 2,2 milioni di recensioni fasulle

Nel suo rapporto sulla trasparenza, TrustPilot afferma di aver rimosso ben 2,2 milioni di recensioni fasulle o dannose nel 2020, equivalenti al 5,7% di quelle totali. Merito soprattutto del suo software di rilevamento delle frodi

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TrustPilot pubblica il primo rapporto sulla trasparenza della sua storia – MeteoWeek.com

Come molti sanno, TrustPilot è uno dei siti di recensioni più famosi al mondo: fondato in Danimarca nel 2007, oggi conta circa tre milioni di nuove recensioni al mese. Pochi giorni fa, l’azienda danese – per la prima volta nei suoi 14 anni di storia – ha pubblicato un rapporto sulla trasparenza, relativo al 2020. I dati emersi sono davvero curiosi: tuttavia, uno su tutti desta particolare sorpresa, ovvero il numero di recensioni rimosse. Si, perché TrustPilot afferma di aver cancellato la bellezza di 2,2 milioni di recensioni, in quanto fasulle o dannose.

TrustPilot e le 2,2 milioni di recensioni fasulle rimosse

Per l’esattezza, le recensioni rimosse sono 2.209.230. Di queste, 1,5 milioni (più precisamente 1.549.683) sono state rimosse automaticamente utilizzando un software di rilevamento delle frodi, mentre le restanti 659.547 sono state rimosse manualmente dal Team Content Integrity di TrustPilot.

Per quanto riguarda le 2,2 milioni di recensioni “fuffa”, il 42% erano da 5 stelle, il 13% da 4, il 12% da 3, il 10% da 2 ed il restante 23% da una stella. Non sorprende che la maggior parte di queste fossero da 5 stelle: da tempo il mercato delle recensioni è importante per moltissime aziende, che a volte finiscono addirittura per pagare un individuo affinché egli lasci una recensione positiva da “massimo dei voti”, con abbinato un testo convincente. Naturalmente, queste valutazioni non rispecchiano una reale “esperienza” con l’azienda o il servizio recensito, e per questo sono da considerarsi fasulle.

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Il dato sulle recensioni fasulle rimosse nel 2020 da TrustPilot – MeteoWeek.com | fonte: Trustpilot Transparency Report

In totale, nel 2020 sono state pubblicate su TrustPilot oltre 39 milioni di recensioni: quelle rimosse ammontano quindi al 5,7%. Inoltre, lo scorso anno, TrustPilot ha emesso 38.957 avvertimenti alle aziende, inviato 1.030 lettere di diffida formali e postato sui profili ritenuti essere in grave violazione delle linee guida della piattaforma 522 avvertimenti pubblici rivolti ai consumatori. Infine, sono stati rescissi i contratti di 122 aziende.

L’attività su TrustPilot è cresciuta molto nel 2020, confermando un aumento del 25% delle recensioni a livello globale” commenta con l’Adnkronos Claudio Ciccarelli, Country Manager di TrustPilot in Italia. “Proprio nell’anno in cui ci si è visti costretti a prendere le distanze dagli altri, e in cui la fiducia in buona parte delle istituzioni è venuta a mancare, i dati messi a disposizione dal Transparency Report (il rapporto sulla trasparenza, n.d.r.) mostrano quanto sia importante tornare a riporre fiducia nelle persone“.


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L’abbattimento automatico

Come riportato dalla BBC, riguardo l’efficace funzionamento del software automatico di rilevamento delle frodi, il Chief Trust Officer di TrustPilot Carolyn Jameson ha dichiarato: “È molto difficile per gli esseri umani individuare una recensione falsa, a meno che non sia fatta male. […] Ma i software esaminano più fattori, come il numero di volte in cui un indirizzo IP ha pubblicato una recensione in rapida successione oppure lo schema del linguaggio, per comprendere è stato ripetuto troppe volte in altre recensioni lasciate dalla stessa persona“.

Per Peter Mühlman, fondatore e CEO di TrustPilot, “la popolarità delle recensioni ha dato ai consumatori la fiducia per comprare di più online da un numero maggiore di aziende di ogni sorta e dimensione. Le recensioni false e la disinformazione sono i nostri nemici, e continueremo a fare tutto il possibile per evitare che i consumatori vengano ingannati. La fiducia non è solo una parte del nostro nome, è il cuore di tutto ciò che facciamo. Per avere successo nella nostra attività, il nostro modo di lavorare deve essere sempre più aperto e trasparente“, ha concluso il CEO.