Quali sono le app più diffuse che consentono di pagare con il cellulare, come funzionano e in cosa si differenziano fra loro
Pagare con lo smartphone nei negozi, al bar, al supermercato o su internet, attraverso app dedicate che permettono di utilizzare il proprio telefono come una carta di credito: un sistema veloce e molto più semplice e sicuro di quanto alcuni possano pensare.
In tempi di pandemia, inoltre, è più igienico e consigliato pagare alle casse appoggiando il telefonino su un lettore (o pagare direttamente online) piuttosto che maneggiare carte o contanti.
Ma quali sono le app più diffuse per pagare con smartphone? Come funzionano? E in cosa si differenziano?
Partiamo da Apple Pay, il sistema di pagamenti contactless sviluppato da Apple per i suoi dispositivi mobili (iPhone, iPad, Apple Watch), sfruttando il Wallet (una sorta di portafogli virtuale) e la tecnologia NFC (per mettere in contatto lo smartphone con i POS compatibili) per pagamenti sicuri e veloci. Non si scarica, ma si attiva tramite la app Wallet, preconfigurata nei dispositivi.
Basta aggiungere su Wallet, il portafoglio virtuale, una carta di pagamento. Al momento dell’acquisto nei negozi che supportano il circuito, sarà sufficiente posizionare l’i-Phone in prossimità del POS: la transazione verrà autorizzata nel Wallet, tramite il riconoscimento facciale (Face ID) o l’impronta digitale (Touch ID) ed effettuata.
Il servizio supporta carte di debito e di credito di tantissimi istituti e circuiti: MasterCard, Maestro, Visa, UniCredit, N26, Intesa Sanpaolo, Widiba, Hype solo per citarne alcuni.
Satispay funziona con l’associazione al conto corrente: dopo aver scaricato la app, per l’iscrizione occorre inserire documento di identità, IBAN e codice fiscale.
Dal conto corrente reale ne viene creato uno di moneta elettronica, che viene ricaricato in automatico, ogni settimana, a seconda del tetto di budget stabilito dall’utente. Oltre ai pagamenti “peer-to-peer” tra gli utenti registrati, la app consente pagamenti verso la PA, con un costo di commissione di un euro.
Nei negozi, la transazione avviene sempre in “peer-to-peer” tra esercente e acquirente: l’acquirente seleziona il negozio dalla lista sulla app del cellulare, inserisce l’importo e invia il pagamento; l’esercente, con la versione “Business” della stessa app, verifica e accetta la richiesta. Una volta completata la transazione, è possibile scaricarne ricevuta.
Il circuito non prevede commissioni per transazioni fino a 10 euro, mentre per transazioni superiori il costo è 20 centesimi: in questo modo, gli esercenti possono utilizzare parte delle risorse risparmiate per finanziare i “Cashback”, i rimborsi agli utenti che acquistano con la app.
Lanciata in Italia nel 2018, Samsung Pay è l’app per pagare tramite smartphone e smartwatch Samsung. Si trova già preinstallata su quasi tutti i modelli Galaxy oppure si può scaricare dal Galaxy Store.
È compatibile con molte banche e circuiti di carte: MasterCard, Maestro, Visa, V Pay, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Ubi, BPER Banca, HelloBank!, CheBanca!, Banca Mediolanum, Banco di Sardegna, CartaBCC e oltre 150 banche partner di Nexi.
Al momento dell’acquisto con il POS, la transazione sarà autorizzata tramite riconoscimento impronte digitali, scansione dell’iride o PIN: ma, a differenza delle altre app, Samsung Pay non implica per gli esercenti l’adesione al circuito e funziona non solo con la tecnologia NFC, adatta ai POS contactless, ma anche con quella MST – Magnetic Secure Transmission, adatta agli acquisti con carta di credito.
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Nata nel 2015 come Android Pay, dal 2018 Google Pay supporta i cellulari Android 5.0 e superiori. Dopo averla scaricata, basta configurare sulla app la propria carta di pagamento: al momento della transazione, per autorizzare il pagamento basta sbloccare il telefono e avvicinarlo al Pos.
A operazione completata, con la tecnologia NFC, apparirà una spunta blu sullo schermo. Non vengono quindi condivisi i dati della carta e l’esercente riceve un numero criptato: la transazione è crittografata. Sempre sul lato sicurezza, la funzione “Trova il mio telefono” in caso di smarrimento blocca o resetta da remoto il dispositivo.
L’utente può associare carte di credito, di debito e prepagate (del circuito Visa, MasterCard o Maestro) al proprio account Google e attivare l’opzione Google Pay quando si vuole pagare.
Fondata nel 1999 e acquisita da eBay nel 2002, società poi scorporata e quotata dal 2015, Paypal basa le transazioni online sull’apertura di conti virtuali associati a delle carte di pagamento.
Per creare un conto, occorre registrarsi con i propri dati personali, aggiungere una mail e una password e configurare la propria carta di credito: al momento dell’acquisto nei siti aderenti al circuito saranno richieste solo mail e password, senza rivelare le coordinate bancarie o il numero proprio della carta.
L’app consente di avere un resoconto chiaro di tutte le attività con una notifica dopo ogni transazione.
Anche se è più probabile che abbiate usato o userete PayPal per acquisti online o transazioni peer-to-peer, è possibile pagare anche nei negozi che presentano il simbolo dei pagamenti contactless. Bisogna avere un conto PayPal e scaricare l’app Vodafone Wallet su un dispositivo Android con SIM NFC.
Ecco i passaggi da seguire:
Non è necessario avere una carta PagoBANCOMAT per usare Bancomat Pay: basta verificare se la propria banca offre il servizio, scaricare la app e associare al proprio IBAN (di conto corrente o carta prepagata) il proprio numero di cellulare.
Si può utilizzare il servizio, se supportato, anche tramite la app della propria banca. Per attivarla, dopo averla scaricata, occorre digitare il proprio numero di cellulare e inserire il codice di verifica.
Quindi, andare sull’area riservata del proprio Internet Banking, inquadrare il QR Code della sezione Bancomat Pay e scegliere il PIN. In caso di integrazione nella app bancaria, cliccare nella sezione “Bancomat Pay”.
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