I criminali informatici prendono di mira la DAD: secondo Kaspersky, a gennaio è stato registrato un aumento del 60% di utenti colpiti da minacce che utilizzano come esca le piattaforme di apprendimento online
Come risaputo, a causa della pandemia, le scuole continuano ad essere soggette a nuove chiusure o a modelli ibridi di apprendimento, in persona e a distanza. Infatti, secondo il World Economic Forum, oltre un miliardo di bambini e ragazzi nel mondo hanno sperimentato – o sperimentano tuttora – la didattica a distanza. Questo ha contribuito ad attirare l’attenzione dei criminali informatici nei confronti delle piattaforme dedicate alla scuola e all’apprendimento online.
Infatti, in base ad un’indagine svolta da Kaspersky – l’azienda russa leader mondiale nella cybersecurity per aziende e privati -, nel mese di gennaio 2021 gli attacchi contro i servizi online dedicati alla scuola sono aumentati del 60% rispetto alla prima metà del 2020, con ben 270.171 utenti che da luglio a dicembre 2020 sono stati colpiti da minacce che hanno utilizzato come esca le piattaforme di apprendimento online.
Come visibile dal preciso grafico pubblicato da Kaspersky, la più colpita è stata, di gran lunga, Zoom. Un dato che non sorprende: basti pensare che essa conta più di 300 milioni di utenti al giorno ed è la piattaforma più popolare per le riunioni virtuali. Al secondo posto si trova Moodle, seguita da Google Meet. L’unica piattaforma a non aver registrato un aumento del numero di utenti che si sono imbattuti in queste minacce è Google Classroom.
Kaspersky stima che circa il 98% delle minacce incontrate erano dei ‘not-a-virus’, che si dividono in due categorie: adware e riskware.
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Le minacce che sfruttano popolari app per video riunioni e piattaforme per la DAD raggiungono l’utente attraverso falsi installatori di applicazioni: lo portano su siti web non ufficiali progettati per sembrare autentici o all’interno di e-mail camuffate da offerte speciali. Avevamo trattato di recente una minaccia simile, riguardante un sito farsa dell’app Immuni, il quale permetteva di avviare un download che – al posto della famosa app di tracciamento dei contagi – installava sul dispositivo dell’utente malcapitato un pericoloso virus informatico.
“Purtroppo, fino a quando tutti gli studenti non torneranno in classe a tempo pieno, gli istituti scolastici continueranno ad essere un obiettivo interessante per i criminali informatici, soprattutto perché questo settore non ha tradizionalmente dato la priorità alla cyber-sicurezza. Tuttavia, la pandemia ha reso chiaro che questa situazione deve cambiare, soprattutto perché la tecnologia è sempre più presente in questo settore, apprendimento virtuale o meno“, ha affermato Anton Ivanov, esperto di sicurezza di Kaspersky.
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