Il digital divide è un problema ormai consolidato a livello globale, e molti esperti si interrogano sui modi con cui è possibile abbatterlo. La strada da compiere è però molto difficile
Il digital divide, o divario digitale, è il divario che intercorre tra coloro che hanno l’opportunità di accedere a Internet e quelli che non lo hanno. Chi, infatti, perde la possibilità di beneficiare dell’utilizzo del web rischia di subire delle ripercussioni socio-economiche non indifferenti, oltre che culturali. Indipendentemente da quali e quanti tipi di digital divide si possano identificare, il suo effetto è comunque estremamente negativo per chi ne è sottoposto.
In generale, si può affermare con certezza che gli individui esclusi dall’accesso a Internet appartengono alle fasce più deboli della popolazione. In particolare, queste persone sono soggette a gravi disparità sociali, soprattutto per quanto riguarda l’accesso e l’uso delle tecnologie. Sin dalle prime fasi della società digitale, questa disuguaglianza ha dato origine a un’ampia discriminazione dei diritti umani nel mondo del Web. Questo è il motivo per cui il digital divide ha una duplice natura, che può essere definita sia socio-economica che culturale.
Il digital divide ha causato nel corso degli anni – e continua a causare – delle problematiche molto serie. Si parte ovviamente dall’istruzione, un settore dove la pandemia da COVID-19 ha ampliato ulteriormente la gravità della situazione: chi non può permettersi una connessione a Internet o un PC, ad esempio, non può permettersi nemmeno di seguire le lezioni da casa, trovandosi costretto ad affrontare investimenti non di poco conto.
Le ripercussioni però proseguono anche nel mondo del lavoro. Con la progressiva conversione allo smart working, molti lavoratori senza una connessione Internet stabile non possono permettersi di lavorare a pieno regime, tartassati magari da svariate disconnessioni e rallentamenti che rendono impossibili molte attività.
Resta infine, come già detto, l’aspetto socio-culturale. Nell’era dell’informazione digitale, chi ha accesso ad uno smartphone o PC connesso ad Internet ha modo di informarsi su ciò che accade nel proprio Paese e nel mondo, di studiare, di leggere per pura cultura personale e molto altro ancora. Chi non non vi ha accesso, da un punto di vista culturale, si trova in enorme svantaggio e il divario così si amplifica ancora di più.
Detto questo, è possibile risolvere il digital divide? Allo stato attuale delle cose, non esiste una risposta concreta e univoca al problema, o quantomeno non può essere di competenza nostra, ma soltanto della classe politica.
A prescindere da questo, il digital divide è un problema dilagante, che però si può arginare. La soluzione va ricercata in primo luogo nei singoli Governi, i quali hanno l’obbligo morale di farsi carico della problematica e di estendere a tutta la popolazione incentivi per poter acquisire apparecchi informatici, o abbonamenti Internet. In Italia, il Governo attualmente in carica ha già proposto un piano di rilancio e diffusione della tecnologia a più persone possibili, anche per fasce di reddito, in modo da tentare di ridurre il gap che si è creato.
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Resta il problema negli altri Paesi del mondo, perchè il digital divide è un problema mondiale, e in quanto tale interessa anche noi italiani. E’ necessaria una maggiore collaborazione tra gli Stati europei e del mondo, ed è necessario un tavolo comune di discussione per poter portare a sempre più persone la possibilità di interfacciarsi quantomeno con l’Internet.
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