Non solo per creare un passaporto, ma anche per diffonderlo. Ecco chi e come ha aderito al progetto.
Una coalizione di aziende tecnologiche e organizzazioni sanitarie ha annunciato che sta lavorando a un certificato di vaccinazione digitale, un passaporto diciamo, che potrà essere utilizzato su smartphone per mostrare le prove aver ricevuto il siero anti Covid-19. La Vaccination Credential Initiative (Vci), questo il nome della fondazione, comprende la Mayo Clinic, Microsoft, Oracle e Salesforce.
Le aziende hanno in progetto una soluzione per ottenere credenziali digitali, che alcuni hanno chiamato “passaporto” di vaccinazione, per aiutare le persone a tornare sui propri posti di lavoro, a scuola, agli eventi e ai viaggi.
A tornare ad una vita normale, prima del Coronavirus.
Il nuovo gruppo ha detto di aver sviluppato gli standard per le copie digitali criptate delle credenziali di vaccinazione, che potranno essere conservate in un portafoglio digitale sugli smartphone.
Come funziona
La coalizione si basa sul lavoro svolto da uno dei suoi membri, The Commons Project, per sviluppare un certificato digitale accettato a livello internazionale per dimostrare che i viaggiatori sono risultati negativi a Covid-19. Come riportato in precedenza, la Commons Project Foundation, supportata dalla Rockefeller Foundation con il coinvolgimento del World Economic Forum, è all’origine di una delle app considerate più promettenti per la certificazione dei vaccini Covid nei contesti di viaggi internazionali: CommonPass mira sia a fornire informazioni sui requisiti di ingresso nei Paesi stranieri sia a offrire una piattaforma verificata su cui archiviare e visualizzare i risultati di test e vaccinazioni. La app – riporta il FT – è ora utilizzata da tutte e tre le principali alleanze di compagnie aeree, dopo una fase di sperimentazioni su giganti dei voli come United Airlines, Lufthansa, JetBlue.
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L’obiettivo “è dare agli individui l’accesso digitale ai loro documenti di vaccinazione“, ha detto Paul Meyer della Fondazione The Commons Project, gruppo no-profit che lavora al progetto. “Gli standard aperti e l’interoperabilita’ sono al centro degli sforzi della Vci e non vediamo l’ora di sostenere l’Organizzazione mondiale della sanità e altri stakeholder globali nell’implementazione e nella scalabilita’ di standard globali aperti per l’interoperabilità dei dati sanitari“.
L’annuncio arriva nel bel mezzo di un lancio globale della vaccinazione, che dovrebbe continuare per tutto l’anno, si spera, ma anche in un momento in cui i giganti tecnologici sono al centro di numerose polemiche sul fronte della privacy e della tutela dei dati degli utenti, senza contare i sospetti sollevati da alcuni che questi dati possano finire in progetti di sorveglianza di massa.
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Ken Mayer dell’organizzazione sanitaria Safe Health ha detto che il piano e’ quello di creare “una soluzione di verifica dello stato di salute che salvaguardi la privacy” per consentire la ripresa degli eventi pubblici.
Commons Project afferma di aver registrato un sostanziale aumento dell’interesse nel pass vaccinale. “Molti Paesi hanno chiuso completamente i loro confini o hanno messo in atto requisiti di test obbligatori per tutti i viaggi internazionali, tutto questo solo nelle ultime tre settimane”, ha detto Meyer.
Nel Regno Unito, il governo ha annunciato che inizierà a sperimentare il proprio sistema di passaporti sanitari, sviluppato dalla società di biometria iProov e dal gruppo di sicurezza informatica Mvine. Lo schema, segnalato per la prima volta dal Telegraph, consentirà a migliaia di persone in due autorità locali non ancora identificate di caricare le loro informazioni sui vaccini su un’app e aiutare l’NHS a rintracciare chi è stato vaccinato.