GAB il social network di estrema destra che sta avendo un boom d’iscrizioni

Cos’è Gab, il social network dell’ultradestra americana con 20 milioni di accessi al giorno.

Cos’è Gab? – MeteoWeek.com

Banditi da Facebook, Twitter e Parler, gli estremisti, anche italiani, si rifugiano oggi nel sito fondato da un imprenditore texano cristiano-radicale e vicino all’alt-right. Fra i suoi principi: mangiare carne e non farsi vaccinare.

Si presenta così Gab, il social network americano dell’estrema destra, che sta spopolando nell’ultimo periodo, chissà perché.

Infatti, la grande attenzione conquistata da Parler, il social network preferito dai sostenitori di Donald Trump, ha avuto un risultato inaspettato: portare al successo il suo principale rivale, Gab.

In seguito alla decisione di Facebook e Twitter di mettere al bando l’account del presidente uscente degli Stati Uniti ( ne avevamo parlato in questo articolo ), Parler ha infatti iniziato ad accumulare centinaia di migliaia di nuovi utenti al giorno, raggiungendo la quota di quattro milioni di utenti attivi e oltre dieci milioni di iscritti complessivi.

Un successo che però ha subito mostrato il rovescio della medaglia: a causa della moderazione dei contenuti praticamente assente e della benevolenza con cui accetta contenuti nazisti, razzisti, omofobi, violenti e altro, Parler è stato eliminato dall’App Store e da Google Play. Non solo: Amazon Web Services gli ha rifiutato l’ospitalità del suo cloud, tagliandolo fuori da internet (ancora adesso risulta irraggiungibile).

Ed ecco che si è fatto strada appunto il suo rivale, Gab.

Cos’è Gab e com’è nato?

Cosa si trova su Gab – MeteoWeek.com

Gab è un social che nasce nel 2016  come alternativa a Twitter, fornisce la possibilità di creare dei post, chiamati gabs, da massimo 300 caratteri. E si vanta di garantire la totale liberà di parola. Il fondatore, il  programmatore conservatore Andrew Torba, ha dichiarato di aver aperto Gab perchè era stufo della “censura di sinistra della Silicon Valley“. Il progetto, pur non avendo nulla di innovativo o di tecnologicamente avanzato, ha attirato estremisti della destra americana. Di fatto è un social network rifugio per suprematisti bianchi, neonazisti e membri della destra alt-right.

Le limitate regole della piattaforma hanno attirato estremisti banditi da altre piattaforme social. Come Milo Yiannopoulos, l’ex scrittore del sito di destra Breitbart, le cui campagne di molestie gli sono valse il foglio di via da Twitter. È stato uno dei primi a crearsi un account. Così ha fatto Andrew Anglin, il fondatore della pubblicazione neonazista Daily Stormer, e Richard Spencer, noto suprematista bianco.


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Perchè Gab è così famoso?

Gab è attivo dal 2016, ma non è mai stato così popolare: in effetti, è sufficiente navigarci dentro per vedere che l’eccesso di traffico sta rallentando parecchio il caricamento delle pagine.

Ma i server di Gab, ora sotto stress, sono anche il suo asso della manica: “Possediamo i nostri server, non ci possono spegnere facilmente“, ha scritto ieri Torba, alludendo a quello che Amazon ha fatto con Parler.

Amazon infatti ospitava Parler sui propri server, ma l’ha staccato per violazione delle sue policy, cioè perché la moderazione fatta dal social, sui post, era troppo blanda. Gli assaltatori del Congresso Usa avevano pubblicato istruzioni su come evitare la sorveglianza e annunciavano, su Parler, che avrebbero portato armi; oltre che lanciare minacce di morte a esponenti del partito democratico americano.

Ovunque è possibile trovare post che accusano i democratici di complotti anti-americani, di essere corrotti e “satanici”; una teoria comune, lì affermata, è che gli Usa sono ormai un Paese “comunista” o “socialista”.

Qua e là spuntano anche post contro i vaccini covid-19, accusati di essere pericolosi. Domina in generale un rifiuto della realtà fattuale ufficiale, quella secondo cui le elezioni Usa sono regolari, i vaccini sono efficaci e i democratici non sono una banda di criminali e pedofili.

Magari, così serenamente, sarebbe molto meglio non dargli importanza.

Il 2021 non dev’essere una copia del 2020.

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