La notizia dello stanziamento di 25 milioni di euro dal Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, suscita clamore e soprattutto grandi aspettative: sono indirizzati alle Case delle tecnologie emergenti e potrebbero portare innovazione a livello tecnologico in Italia
Nel corso degli ultimi anni i vari Governi che si sono succeduti hanno provato a ridare slancio all’innovazione tecnologica in Italia, tramite diverse soluzioni e diversi approcci. Tra questi ad esempio rientra lo sviluppo della rete 5G, o ancora l’evoluzione della fibra ottica su tutto il territorio nazionale, le reti Wi-Fi gratuite nei comuni, i fondi destinati all’acquisto di beni informatici e così via.
Gli orizzonti su cui è attivo lo Stato italiano sono molteplici, nonostante il nostro Paese sia relativamente meno avanzato rispetto ad altri stati europei sul fronte dello sviluppo tecnologico. In merito, però, in questi giorni è arrivato il Mise, che ha stanziato una somma di denaro importante destinata allo sviluppo tecnologico del Bel Paese.
25 milioni dal Mise alle Case delle tecnologie emergenti
La notizia dei 25 milioni stanziati dal Mise deve far gioire soprattutto gli imprenditori impegnati nelle PMI e i gestori di start-up, perché questo denaro è destinato alle Case delle tecnologie emergenti. Di queste infatti ve ne sono alcune già attive in Italia, ma grazie a questo nuovo stanziamento ne apriranno altre cinque, in particolare nelle città di Roma, Torino, Bari, L’Aquila e Prato.
Ma di cosa si tratta? Una Casa delle tecnologie emergenti, come riportato da una precedente nota del Mise, “ha l’obiettivo di supportare progetti di ricerca e sperimentazione, sostenere la creazione di startup e il trasferimento tecnologico verso le Pmi, nell’ambito dei programmi su Blockchain, IoT e Intelligenza Artificiale“. In altre parole si tratta di autentici laboratori in cui si opera per l’innovazione di tecnologie già attive sul suolo italiano, nell’ottica di migliorare la produttività di PMI e start-up restando al passo della modernità industriale globale.
La prima Casa delle tecnologie emergenti è stata inaugurata a Matera nel dicembre del 2019 e verrà seguita oggi dalle cinque nuove città selezionate.
Un progetto ad ampio spettro
La scelta di queste cinque città mira a consolidare un progetto ad ampio spettro per quanto riguarda l’innovazione tecnologica italiana. L’intenzione, infatti, è quella di creare una grande rete di sviluppo tecnologico da Nord a Sud, in modo da coinvolgere anche le zone del Paese meno caratterizzate da questo processo evolutivo.
Ecco le dichiarazioni di Mirella Liuzzi, sottosegretario con delega alle politiche digitali, in merito al nuovo stanziamento: “Con la selezione di questi 5 ulteriori progetti siamo pronti a costituire una rete di Case delle Tecnologie, da nord a sud del Paese, con l’obiettivo di offrire spazi fisici a trazione digitale per Pmi e startup, in cui sarà possibile coniugare le competenze scientifiche delle Università e dei Centri di Ricerca con le esigenze del tessuto imprenditoriale e dei settori strategici al fine di aumentare la competitività dei territori e di favorirne il rilancio grazie allo sviluppo delle tecnologie innovative“.
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Un ottimo passo in avanti, dunque, verso l’innovazione non solo tecnologica ma anche industriale e lavorativa.