Neuralink, come fondere cervello umano e IA delle macchine secondo Elon Musk.
“Siamo un’economia fondata sull’informazione. Lo insegnano anche a scuola. Quello che non dicono è che è impossibile muoversi, vivere, operare a qualunque livello senza lasciare tracce, segni, frammenti di informazione apparentemente privi di significato. Frammenti che possono essere recuperati e amplificati…”
Le parole di Elon Musk aprono il dialogo al futuro, secondo cui la sua teoria di fondere in qualche modo il cervello umano ad una intelligenza artificiale, è diventata possibile.
Elon Musk, già CEO di Tesla e SpaceX, ( per sapere cos’è space X, leggete qui ) è tornato finalmente a parlare della sua start up Neuralink, fondata nel luglio 2016 e che ora vede finalmente la luce ed è quasi concreta nel futuro.
L’obiettivo di Neuralink è all’avanguardia: impiantare elettrodi nel cervello umano per migliorare la capacità di memoria dell’uomo o per consentirgli un’interazione più diretta con la macchina. Attraverso piccoli elettrodi nel cervello sarebbe quindi possibile caricare e scaricare pensieri e informazioni.
Per chi volesse un esempio, possiamo farvi presente quello del film di Keanue Reeves, Johnny Mnemonico. Johnny è un corriere neurale di dati che, grazie a un impianto cibernetico impiantatogli nel cervello, nasconde nella sua testa una quantità impressionante di informazioni che possono essere scaricate solo dall’acquirente tramite una password. Per fare spazio all’enorme quantità di dati che contrabbanda si è fatto cancellare i ricordi della sua infanzia e ha raddoppiato la capacità della sua memoria con una espansione.
Questa iniziativa nasce dalla volontà di Musk di arginare il pericolo dell’Intelligenza Artificiale, definita dall’imprenditore visionario come «la più grande minaccia alla nostra esistenza». A parlarne per primo è stato il 27 marzo 2017 il «Wall Street Journal».
Ossessionato dall’idea di una possibile “apocalisse robot”, Musk punta sul potenziamento umano, l’unico modo, a suo dire, per prevenire e respingere i rischi della IA e dall’altra a garantire una forma di immortalità digitale:
“Se il te stesso biologico muore, puoi caricarlo in una nuova unità. Letteralmente“.
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Quindi, in poche parole, quello che vuole proporre Elon Musk è di non configgere l’intelligenza artificiale, ma di fonderla con noi.
Elon Musk l’ha chiamata la “demo dei tre porcellini” e qualcuno ha rilanciato citando i “cypork“, un passo che va ben oltre le pecore elettriche dell’immaginario cyborg. In effetti Gertrude è il maiale con un chip grande come una moneta (8 mm, “come un Fitbit ma con i fili“, ha detto Musk) impiantato nel cervello che gli spettatori (con mascherina i presenti, in streaming tutti gli altri) hanno potuto vedere muoversi in un recinto seguendo le sue connessioni cerebrali sul display di un computer. La presentazione di Neuralink è avvenuta a San Francisco.
“Un dispositivo del genere può effettivamente aiutare a curare disturbi quali perdita di memoria, perdita dell’udito, depressione e insonnia“, ha spiegato Musk illustrando i nuovi risultati ottenuti dalla startup che dal 2016 studia nuove tecnologie di connessione per la cura di malattie neurologiche come Alzheimer, Parkinson e lesioni al midollo spinale.
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