Gli scienziati dello SLAC, negli Stati Uniti, hanno testato la fotocamera digitale più grande al mondo, da ben 3.200 megapixel. E le immagini scattate sono straordinarie
Oggi, siamo già sorpresi nel vedere fotocamere in grado di catturare immagini a 50MP. Eppure, questo è niente in confronto a quello di cui parleremo a breve. Qualche mese fa, gli scienziati del Centro d’Accelerazione Lineare di Stanford (in inglese SLAC, Stanford Linear Accelerator Center) situato a Menlo Park, California, hanno infatti scattato le prime foto digitali da 3.200 megapixel al mondo, utilizzando un dispositivo di imaging avanzato, costruito per esplorare l’universo. Cambiando l’unità di misura, essa scatta fotografie da 3,2 miliardi di pixel.
Questa unica e speciale telecamera sarà trasferita nel 2021 all’Osservatorio Vera C. Rubin, in Cile, progettato per studiare il cosiddetto “emisfero celeste australe” (o cielo meridionale) per il Legacy Survey of Space and Time (LSST). Essa aiuterà quindi gli astronomi a scrutare di nuovo nell’universo e a capire come si evolvono le galassie. “Misureremo e catalogheremo qualcosa come 20 miliardi di galassie“. ha detto Steven Kahn, direttore dell’Osservatorio Vera C. Rubin. La fotocamera impiegherà 10 anni a catturare le immagini più dettagliate dell’universo mai scattate. “La maggior parte delle parti del cielo notturno in realtà non sono mai state riprese dai telescopi“. Ha detto Kahn. “E, comunque, nessuna parte del cielo è stata realmente ripresa con questa cadenza temporale, grazie alla quale sarà possibile vedere come cambiano le cose“.
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Ma prima di utilizzarla per osservare lo spazio, gli scienziati hanno deciso di testare la fotocamera prima sulle verdure (ebbene sì, non è uno scherzo), scattando le prime immagini della storia da 3.200 megapixel. Solitamente, quando si pensa ad una fotocamera può venire in mente quella dello smartphone o una macchina fotografica: si parla comunque di un dispositivo di dimensioni tutto sommato piccole.
In questo caso, le dimensioni sono un tantino diverse: la fotocamera da 3.200 megapixel è infatti grande quanto un SUV e possiede 189 sensori di luce, raggruppati in serie da 9, per un totale di 21 unità quadrate, dette “zattere scientifiche”. L’intera telecamera è progettata in modo che i sensori possano rilevare oggetti che sono oltre 10 milioni di volte più “deboli” di quelli visibili ad occhio nudo. In altre parole, può ad esempio individuare un oggetto o consentire ad una persona di vedere una candela accesa a migliaia di chilometri di distanza. Il team dello SLAC ha scattato alcune foto utilizzando oggetti trovati in laboratorio: una di queste raffigura un broccolo romanesco, come visibile nell’immagine sottostante.
Per visualizzare le sue dimensioni complete, sarebbero necessari 378 schermi TV 4K ad altissima definizione. “Il successo dello scatto di queste foto iniziali gioca un ruolo significativo nell’acquisizione e nella comprensione dell’universo. Si tratta di una pietra miliare che porterà gli scienziati a compiere un grande passo avanti nell’esplorazione di questioni fondamentali sul cosmo, in modi che non erano ancora stati provati” ha affermato JoAnne Hewett, direttrice del laboratorio di ricerca dello SLAC.
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