Apple di recente ha perso una battaglia legale contro una piccola start-up, chiamata Corellium, la quale è stata citata in giudizio dal colosso di Cupertino per la virtualizzazione di iOS su Linux. Ecco la vicenda completa
Il mondo dei sistemi operativi open source è incredibilmente variegato e ricco di funzionalità. Lo sanno benissimo gli utilizzatori di Linux, che rappresenta l’OS per eccellenza quando si parla di open source. Il sistema operativo infatti è scaricabile gratuitamente da chiunque e installabile in qualsiasi PC con facilità, permettendo di avere accesso ad un software per certi versi simile a Windows ma differente in molte funzionalità.
Su Linux è possibile svolgere molte operazioni, ma è il terreno ideale soprattutto per i programmatori, che riescono ad operare sullo sviluppo di nuove applicazioni o configurazioni di sistema in modo semplice e veloce. E’ stato questo il caso di Corellium, una piccola start-up che ha generato una virtualizzazione di iOS su Linux, e che è stata citata in giudizio proprio da Apple a causa di questa operazione.
Il team di sviluppatori di Corellium ha agito ad una vera e propria virtualizzazione di iOS su Linux: ciò significa che sono riusciti di fatto a “portare iOS su Linux” e ad utilizzarlo tramite il sistema operativo open source.
L’operazione di virtualizzazione è stata svolta da Corellium al fine di permettere agli sviluppatori di programmare su iOS direttamente da Linux. Il servizio è in abbonamento, e rappresenta un modo interessante di sviluppare e fare del beta testing prima di lanciare determinate applicazioni nel mondo Apple. Non è il primo caso di servizi simili, ovviamente, dato che è già possibile virtualizzare altri sistemi operativi su Linux.
Dal canto suo Apple ha temuto la creazione di questo servizio proveniente dalla piccola start-up. Il motivo è che, a detta di Apple, Corellium avrebbe potuto ricreare repliche perfette di iOS senza possedere alcuna licenza ufficiale da parte di Apple.
L’accusa, però, non è stata soltanto di tentato clonaggio del sistema operativo di Cupertino. La citazione in giudizio – avviata nel 2019 – ha incluso anche una preoccupazione circa il possibile utilizzo del servizio a fini di jailbreak dei dispositivi Apple. Tra le altre accuse inoltre Apple ha evidenziato come l’utilizzo sbagliato di questa virtualizzazione avrebbe potuto rendere pubbliche falle di sistema, mettendo a rischio molti utenti, possibili vittime di hackeraggio.
Un giudice federale della Florida, Rodney Smith, ha tuttavia respinto le accuse di Apple, affermando che Corellium fa un utilizzo equo di iOS e definendo addirittura le affermazioni della casa produttrice di Cupertino come “sconcertanti, se non addirittura insincere“. Il verdetto ufficiale, proveniente dall’ordinanza del 29 dicembre, decreta quanto segue: “la Corte ritiene che Corellium abbia soddisfatto l’onere di stabilire un uso equo. Pertanto, il suo uso di iOS in relazione al prodotto Corellium è consentito.”
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Una piccola curiosità: è stato svelato di recente dal Washington Post che Apple aveva provato ad acquisire Corellium nel 2018, senza riuscire però a portare a termine la trattativa.
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