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WorkBoy, la periferica “perduta” che trasformava il Game Boy in un mini-pc

Dopo ben 28 anni viene alla luce il WorkBoy, una periferica per Game Boy mai lanciata sul mercato, in grado di trasformare la celebre console portatile di Nintendo in un mini-pc

La tastiera WorkBoy collegata al Game Boy – MeteoWeek.com (fonte: canale YouTube DidYouKnowGaming?)

La progettazione del Game Boy è stata dismessa nel 2003, ma la celebre console portatile di Nintendo torna di attualità a causa di una scoperta molto particolare. Dopo ben 28 anni è stata scoperta una periferica (o add-on) per Game Boy, che non è mai stata lanciata sul mercato. Essa si chiama WorkBoy, ed è un accessorio che avrebbe potuto portare funzioni simili a quelle un computer palmare – come una rubrica, una calcolatrice, una agenda degli appuntamenti e molto altro ancora – sulla celebre console portatile di Nintendo.

Questa scoperta è venuta alla luce grazie ad un video di YouTube, pubblicato il 26 dicembre dal canale DidYouKnowGaming?, che conta attualmente 2,32 milioni di iscritti. Nel video, lo storico di videogiochi Liam Robertson ha condiviso la sua ricerca, effettuata per scoprire cos’è successo a questo componente aggiuntivo che non ha mai “visto la luce”. E non solo è riuscito a rintracciare i creatori del WorkBoy per conoscere i motivi che hanno portato al suo non-rilascio, ma è stato anche in grado di ottenere e far funzionare uno degli unici prototipi esistenti al mondo.

La storia del WorkBoy

In breve, il WorkBoy consisteva in una tastiera da collegare fisicamente al Game Boy tramite un cavo di collegamento e che avrebbe permesso l’esecuzione di 12 funzioni diverse, tra cui quelle già menzionate. Il WorkBoy doveva essere un accessorio con licenza ufficiale per il Game Boy, progettato da Source Research and Development Ltd e prodotto dalla fiorente azienda di kit video statunitense Fabtek, in stretta collaborazione con Nintendo.

Eppure, nel gennaio 1992, WorkBoy è stato ufficialmente registrato da Nintendo of America ed è apparso anche al Consumer Electronic Show (CES), svoltosi a Chicago nello stesso anno. Presentato da vari punti vendita, è poi incredibilmente svanito nel nulla.

Robertson, parlando con Eddie Gill, “l’artefice” del WorkBoy, ha discusso di come il suo rilascio fosse originariamente previsto tra la fine del 1992 o l’inizio del 1993, per un prezzo che sarebbe oscillato tra i 79 e gli 89 dollari. Gill ha affermato di sapere che al mondo sono rimasti soltanto due prototipi di WorkBoy di cui è a conoscenza, uno situato “nel profondo dei sotterranei di Nintendo”, e l’altro in possesso di Frank Ballouz, fondatore di Fabtek.

Ed è qui che accade la svolta nell’indagine di Robertson, perché egli riesce a mettersi in contatto proprio con Ballouz, il quale conferma di possedere ancora oggi un prototipo di WorkBoy. Ballouz, tuttavia, afferma di non avere un Game Boy per provarlo, per questo lo ha inviato a Robertson per farlo funzionare.

Le 12 funzioni disponibili con il WorkBoy – MeteoWeek.com (fonte: canale YouTube DidYouKnowGaming?)

Il test e i motivi del “fallimento”

Quando Robertson ha collegato per la prima volta la tastiera WorkBoy a un GameBoy, non è successo nient’altro che un breve segnale acustico di allarme. Ha quindi scoperto che il WorkBoy aveva bisogno di una cartuccia per funzionare completamente, cosa che ovviamente non possedeva. Fortunatamente, Robertson ha trovato una ROM del software e l’ha masterizzata su una cartuccia vuota: una volta inserita, il WorkBoy ha finalmente iniziato a funzionare.

Naturalmente, le funzioni disponibili grazie ad esso sono ormai obsolete, ma, considerando che la periferica sarebbe uscita tra il ’92 e il ’93, aveva davvero le potenzialità per essere un dispositivo rivoluzionario. Il prezzo alto del WorkBoy, detto poc’anzi, era dovuto proprio a questo, considerando che il Game Boy era in vendita a 90 dollari. Tuttavia, era impensabile vendere un componente aggiuntivo quasi allo stesso prezzo della console stessa.


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Inoltre, una grande esplosione in una fabbrica in Giappone che produceva chip per computer fece salire il prezzo della D-RAM, rendendo quasi impossibile abbassare il prezzo del WorkBoy, se fosse stato rilasciato. Dopo questo “fallimento”, Gill ha tentato di sviluppare un WorkBoy rinnovato per Game Boy Advance che consentisse di consultare la posta elettronica, effettuare la navigazione web e l’elaborazione di testi. Come per l’originale, tuttavia, non ha mai raggiunto il traguardo del lancio sul mercato.

A quanto pare, dato il concatenarsi di avvenimenti sfortunati è proprio il caso di ricordare un verso di manzoniana memoria: il WorkBoy non s’ha da fare.

Federico Mirra

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Federico Mirra

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