Il Bitcoin sta facendo registrare un prezzo ai massimi storici, dopo aver triplicato il proprio valore nel corso di quest’anno. Potrebbe trattarsi di un nuovo periodo d’oro per la celebre criptovaluta?
Ai più esperti di criptovaluta e finanza online il nome di Satoshi Nakamoto suggerirà di certo qualcosa. Ai meno esperti, invece, non rappresenterà nulla di speciale, se non un nome di persona molto probabilmente giapponese. La realtà è che si tratta dello pseudonimo dell’inventore del Bitcoin, la criptovaluta creata nel 2009 rimasta sempre nell’orbita della cronaca.
Per chi non sapesse di cosa si tratta, il Bitcoin è una valuta digitale che è possibile raccogliere in un portafoglio virtuale, nel proprio PC o nei propri dispositivi elettronici come gli smartphone; consente inoltre di trasferire monete in modo anonimo. Viene chiamato con la B maiuscola se ci si riferisce alla tecnologia utilizzata, mentre con l’iniziale minuscola nel caso della valuta in sé.
Nonostante l’anno molto complicato per l’economia a livello mondiale, il Bitcoin sembra aver giovato dal questo 2020, avendo raggiunto al momento un prezzo ai massimi storici, che suggerisce un ritorno del “periodo d’oro”.
Allo stato attuale delle cose, il Bitcoin ha raggiunto un prezzo di 23.400 dollari. Il dato in sé non suggerisce molto, ma se rapportato al suo valore a gennaio assume un significato importantissimo: ha infatti triplicato il proprio valore, essendo partito da circa 8.100.
L’accelerazione definitiva è avvenuta a ottobre, quando il valore si attestava attorno agli 11.000 dollari. Secondo gli esperti non si tratterebbe di un evento così clamoroso, dato che il Bitcoin storicamente a dicembre ha sempre vissuto incrementi netti di valore, grazie agli aggiustamenti dei portafogli di fine anno (e con la conseguente correzione pesante dei valori all’inizio dell’anno successivo).
A sorprendere è per lo più il modo con cui il Bitcoin è riuscito a “dribblare” i problemi di un mercato che mai come nel 2020 è stato incerto e problematico.
Per comprendere il motivo dell’evoluzione del Bitcoin nel 2020 è necessario approfondire il significato di “bene rifugio”, che rappresenta la nuova natura della criptovaluta. Il Bitcoin di fatto sarà un nuovo asset rifugio, in un mercato sempre più espansivo e riempito di moneta in eccesso. In tal senso il Bitcoin possiede un limite massimo di produzione, grazie al suo algoritmo che ne limita la quantità massima a 21 milioni di monete digitali.
Ciò significa che la valuta non può subire una svalutazione netta, dato che non può essere creata all’infinito: il tetto massimo dei 21 milioni è previsto per il 2140, data di certo avveniristica e al momento utopica.
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Sembra che il Bitcoin abbia potuto raggiungere questa fase di nuovo splendore grazie all’interesse delle istituzioni. Un esempio è la Bridgewater, che tramite il suo fondatore Ray Dalio ha dimostrato una vicinanza progressiva alla criptovaluta. Ma sono ben di più gli investitori interessati a lanciarsi in questo mondo.
E il supporto non proviene soltanto da questi, ma anche da banche centrali: Fed e BCE stanno progettando le proprie rispettive criptovalute per rispondere alle trasformazioni del mercato.
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