Pubblicare immagini di minori sui social network è pericoloso per diversi motivi, tecnologici e psicologici, soprattutto non sapendo chi potrebbe reperirle e a sua volta ricondividerle.
L’esposizione mediatica eccessiva dei propri figli è certamente controproducente per diversi motivi tecnologici e psicologici. Ma, soprattutto, è pericolosa.
È quanto emerge dal rapporto Eurispes “Figli della rete: l’esposizione dei nostri figli online su Instagram”.
“È necessario pubblicare le foto dei propri figli?”, s’interroga l’Istituto di studi politici, economici e sociali, in un tempo dove la tecnologia e l’esposizione di ogni singolo elemento giornaliero, è ormai prassi di normalità.
Basti pensare ai personaggi di spicco, che per lavoro devono già condividere la loro vita e chi gli sta intorno. Molti di loro condividono senza problemi anche immagini e video divertenti dei propri figli. E’, come dicevamo, normalità.
“Peccato però – mette in guardia Eurispes – che pubblicare le foto dei figli sui social, espone i minorenni a tante insidie e la prima è quella del mancato rispetto della privacy. Non e detto, infatti, che in un tempo futuro i figli possano essere felici delle storie social pubblicate dai genitori, contenenti le loro immagini senza che fossero d’accordo“.
E ancora “più allarmante è che, pubblicando le foto dei figli minori, li si espone anche all’ingegneria sociale finalizzata all’adescamento da parte di persone malintenzionate. Pubblicare dettagli di vita privata sui social rappresenta un’arma in più per chi avvicina i pargoli con l’intento di guadagnare la loro fiducia attraverso una finta conoscenza dei parenti“.
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Per Eurispes, “la sovraesposizione mediatica dei propri figli è certamente deleteria per diversi motivi tecnologici. Il primo è sicuramente la probabile esposizione delle immagini del minore nei circuiti pedofili, tramite fotomontaggi o addirittura video di tipo deep fake“.
Altro fattore forse meno allarmante dal punto di vista psicologico, ma comunque esistente, “è certamente quello di prevedere una probabilità che le immagini del proprio figlio finiscano, come avviene anche per le nostre, all’interno di piattaforme di riconoscimento facciale che utilizzano una mole impressionante di dati per poter affinare i loro sistemi di intelligenza artificiale basati sul machine learning“.
In conclusione, finisce il discorso mettendo in guardia “c‘è anche un ulteriore fenomeno che dovrebbe passare di moda ed è quello, come abbiamo visto dai top tweets, di utilizzare le immagini dei bambini per suscitare nel pubblico lo stesso effetto dei famosi “gattini del web“”.
“Fin quando si tratta di immagini riciclate dalla pubblicità, o da qualche stock di agenzia grafica, il discorso è certamente irrilevante come nel caso di TML, che guadagna likes e visibilità attraverso i Meme che trattano il connubio famiglia-figli-scuola. Se invece si lanciano iniziative che coinvolgono il pubblico in prima persona per guadagnare una premialità da parte dell’algoritmo del social network di riferimento, allora si sta inducendo gli utenti ad assumere atteggiamenti che vanno oltre il semplice intrattenimento“.
Nella ricerca è stata analizzata la parola “figlio” declinata in tutti i suoi generi e i risultati sono stati abbastanza sorprendenti.
Il primo profilo che detiene il record di pubblicazioni è @gengleofficial che nasce con il presupposto di essere un social media di genitori single che si scambiano opinioni e suggerimenti.
Il secondo e quello del @Dr.Gianluca.Lopresti, psicologo infantile che tratta i problemi collegati ai minori, mentre al terzo c’è un prete @smaurizioerba che, tra l’altro, ha pochi follower.
Questo a prova che tutt’ora non viene automatico il collegamento chiesa-crescita dei figli.
Intorno ai figli c’è tutto un giro di consulenze sia psicologiche che pedagogiche, didattica digitale e a distanza, la famosa DAD, rapporto genitore-figli e consigli per riuscire nell’impresa di padri e madri, il lavoro più impegnativo.
Tuttavia il genitore che pubblica le foto o per far vedere agli altri la bellezza del figlio o per creare un archivio, incorre in due problematiche: la prima è che si pubblicano le foto dei minori senza il loro consenso, in quanto non conoscono il vero senso della parola, la seconda è che un profilo social appartiene a una società che non ha un protocollo di tutela sui profili e puo chiuderli e cancellarli definitivamente a suo piacimento.
Basti vedere con che facilità si può hackerare un profilo.
Con questo vogliamo mettervi in guardia sui rischi che, una semplice foto, può scatenare.
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