I satelliti lanciati in orbita tra il 2007 e il 2010, i Cosmo SkyMed, riescono a penetrare la cortina di smog e a raccogliere immagini dettagliate della terra. Ora, un altro satellite è stato lanciato in orbita per lo stesso motivo. Delle vere e proprie spie.
I Cosmo SkyMed sono stati sviluppati e costruiti dalla Thales Alenia Space, una joint venture tra Thales (67%) e Finmeccanica (33%), leader europeo nel campo dei sistemi satellitari e lo sviluppo è iniziato nel 1996 sulla base di un progetto di osservazione della Terra.
Importanti sono le caratteristiche dei quattro satelliti COSMO SkyMed: sono dotati di sensori radar ad apertura sintetica (i SAR) in banda X e le immagini che sono in grado di fornire possono raffigurare nel dettaglio oggetti fino a 40 cm. Il compito di questa costellazione di satelliti è quello di offrire una copertura globale, giorno e notte, sulle condizioni meteo e naturali; è quindi anche incluso il monitoraggio riguardo le catastrofi naturali.
I quattro satelliti COSMO SkyMed sono posizionati in orbite polari sincrone con il sole, inclinati a 90° e ad una altitudine di 619 Km con un’orbita di 97 minuti. I loro componenti principali sono:
– Spotlight/Frame: area di osservazione: 10 Km x 10 Km, risoluzione sotto 1m
– HIMAGE/Stripmap: larghezza di Swath (superficie terrestre osservata dal satellite al passaggio): 40 Km, risoluzione 3-15 m
– WideRegion/ScanSAR: larghezza di Swath: 100 Km, risoluzione 30 m – HugeRegion/ScanSAR: larghezza di Swath: 200 Km, risoluzione 100 m
– Ping Pong/Stripmap: larghezza di Swath: 30 Km, risoluzione 15 m.
La ricognizione satellitare, che sia nello spettro del visibile o radar, è fondamentale non solo in ambito militare ma anche in quello civile: i segnali radar di ritorno, processati in modo da ottenere immagini “in falsi colori” a seconda delle lunghezze d’onda che si vogliono evidenziare, riescono a determinare, ad esempio, la litologia di un affioramento roccioso, la tipologia di copertura vegetativa oppure semplicemente distinguere i movimenti relativi del suolo, ad esempio evidenziando le deformazioni generate da un terremoto.
La società Capella Space, con sede a San Francisco, ha lanciato in orbita il primo satellite commerciale per l’osservazione terrestre tramite tecnologia Sar (Synthetic Aperture Radar – radar ad apertura sintetica) in grado di restituire immagini della superficie terrestre in alta risoluzione.
Sono passati poco più di tre mesi da quando la società statunitense fondata da Payam Banazadeh, ingegnere che lavorava al Jpl (Jet Propulsion Laboratory), ha messo in orbita Capella-2 (precedentemente chiamato Sequoia), un piccolo satellite del peso di 107 chilogrammi in grado di fornire immagini radar con una risoluzione di 50 per 50 centimetri.
Si tratta del satellite commerciale con la qualità di immagini più alta in assoluto, e dalla società californiana fanno sapere che è in grado anche di avere una risoluzione ancora più alta: 25 per 25 centimetri. Niente a che vedere con i suoi predecessori di Cosmo SkyMed.
Per quanto riguarda gli strumenti di osservazione satellitare, per scopi militari la risoluzione è uno dei segreti meglio custoditi: le immagini che vengono a volte rilasciate pubblicamente dagli organismi statali della Difesa sono quasi sempre ritoccate ad arte per “sfocarle” appositamente in modo da non svelare il reale potenziale di ingrandimento.
Si dice che riescano addirittura a registrare quasi perfettamente i volti delle persone, ed è per questo che vengono giudicati come metodi troppo controversi ed invasivi.
La società non ha diffuso la sua politica per la commercializzazione delle immagini, ma la libera vendita di riprese radar ad alta risoluzione sicuramente rappresenta un fattore di rischio.
Per non parlare della privacy personale a rischio: se la precisione arriverà all’ordine dei 25 centimetri, sarà possibile distinguere chiaramente autovetture e magari anche l’aspetto generale delle persone se dovesse ulteriormente aumentare.
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